ANNO 14 n° 110
Alessandro Scarlatti al Festival Barocco
Nella chiesa di San Flaviano
16/08/2011 - 14:21

Venerdì 19 agosto alle ore 21.00, nella Chiesa di San Flaviano di Montefiascone, Corrado Stocchi alla guida della Camerata Barocca “Claudio Monteverdi” di Viterbo interpreterà “Le sonate a cinque” di Alessandro Scarlatti.

Queste bellissime sonate a cinque sono eseguite raramente e questo concerto offre l’occasione di ascoltarle in versione quasi integrale (cinque su sette). Corrado Stocchi, violino principale della neo-formazione, ha al suo attivo numerosi concerti in Italia e all’estero, ha registrato per la Rai e la Radio Vaticana; è stato primo violino in diverse compagini orchestrali ed è fondatore dell’orchestra sinfonica di Civitavecchia (Roma). Ha recentemente iniziato una collaborazione con il “Romabarocca ensemble”, complesso dedito alla ricerca e riscoperta del patrimonio musicale soprattutto italiano del 600 e 700, con l’uso di strumenti originali.

Dotato di enorme personalità creativa, Alessandro Scarlatti, padre di Domenico, è uno dei compositori più importanti della musica barocca per la sua vasta produzione e la qualità delle sue opere e raggiunse una grande fama internazionale in vita. Particolarmente famoso per la sua produzione operistica, è considerato il padre di quella scuola napoletana che dominò l'opera seria italiana nel settecento. Scarlatti musicò circa 65 opere 35 oratori, diverse messe un centinaio di mottetti, circa 600 cantate mentre quantitativamente più marginale fu la sua produzione di musica strumentale, per questo è più raro poterle ascoltare eseguite in concerto.

Particolarmente suggestiva è l’atmosfera della Chiesa di San Flaviano che ospita questo quinto concerto del cartellone del 40° Festival Barocco di Viterbo. Chiesa sorta a metà del IX secolo alle pendici del colle falisco, lungo la via Cassia dapprima era dedicata alla Vergine e successivamente prese il nome dalle reliquie del martire Flaviano, qui custodite. La Chiesa presenta una Basilica inferiore e una superiore, la facciata si presenta piuttosto compatta e al di sopra della facciata vi è una loggia da cui i pontefici impartivano al popolo le benedizioni. Poggiata alla parete dell’ingresso superiore è quella che, dalla letteratura locale, viene indicata come la cattedra di Urbano IV; di fronte è un altare è murata una piccola lapide che ne ricorda la consacrazione da parte di questo Papa nel 1262. Altra curiosità la lastra tombale, nella terza cappella, nota come tomba di Deuc o Defuk. Una piccola lastra in peperino, annessa alla lapide riporta, probabilmente, il testo dell’epigrafe originaria: Est Est Est Pr(Op)T(Er) Ni(Mi)U(M)/Est Hic Io(Annes) Deuc D(Ominus)/Meus Moryu(U)S Es(T).

La tradizione identifica questo personaggio con un vescovo tedesco, al seguito di Enrico V, sceso in Italia per essere incoronato dal papa e racconta che un certo Martino precedeva il gruppo imperiale a Roma per ispezionare le cantine alla ricerca del vino buono. Quando lo trovava scriveva sulla porta «Est!» ovverosia «C’è!». Se era ottimo raddoppiava l'esclamazione con «Est! Est!! ». A Montefiascone rafforzò l’affermazione con un triplice «Est! Est!!Est!!!». A Defuc non sfuggì la raccomandazione, anzi, di ritorno da Roma, decise di fermarsi per sempre a Montefiascone dove morì, si dice, per il troppo bere lasciando alla comunità tutti i suoi averi.

 






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