ANNO 14 n° 79
Al Vittoriano mostra di Monet
Nonostante alcuni vizi espositivi della mostra, sono indiscusse le emozioni
24/05/2018 - 13:44

La mostra del pittore simbolo dell’arte impressionista Claude Monet è stata inaugurata al Vittoriano di Roma il 19 ottobre 2017 e, dopo un primo termine fissato il 6 Gennaio 2018, prorogata fino al 3 Giugno 2018, per il grande successo di pubblico.

Curata da Marianne Mathieu, laureata alla scuola del Louvre e oggi responsabile per le relazioni esterne e il patrocinio al museo d'Orsay, presenta circa 60 opere (forse un po’ esigue per il costo del biglietto) provenienti dal Museo parigino di impressionismo “Marmottan Monet”.

Questo è probabilmente, il miglior motivo per spingersi ad entrare nel percorso “Monetiano” che ci racconta queste opere prestate all’esposizione estera molto di rado e alcune mai prima in Italia. E’ infatti possibile ammirare alcuni dei capolavori realizzati nell’ultima dimora francese di Claude Monet: la casa di Giverny, dove si trovavano le celeberrime ninfee che l’autore ritrasse nei più svariati toni, colori luci ed ombre.

Seppure la qualità dei quadri esposti non è sempre all’altezza del Monet che si può ammirare a Parigi o in altri allestimenti internazionali sull’artista (le ninfee presenti seppur di notevoli dimensioni appaiono ancora come raffigurazioni di studio dei dipinti più noti, in particolare per l’uso e le tonalità del colore), il percorso multimediale realizzato si rivela interessante e le audioguide rispettano i tempi dello spettatore dando informazioni sufficienti, non eccessive, ma con possibilità di approfondimento per chi volesse soffermarsi su aspetti tecnici, biografici e motivazionali del pittore.

La disposizione delle opere, purtroppo spesso, non risulta adeguata, in quanto non permette il confronto fra i dipinti di medesimo soggetto, tipici di Monet, rappresentati in momenti diversi della giornata, costringendo lo spettatore ad un andirivieni da un quadro a l’altro per cogliere e differenze dei toni, della passata del colore, e dei riflessi paesaggistici, alterati anche da una discutibile illuminazione, composta da faretti di luci a diversa temperatura (quindi differente colore), non sempre ben centrati sulle immagini.

Positiva la collocazione delle sedute per osservare e meditare con tranquillità i quadri anche di grandi dimensioni che possono essere ammirati anche da molto vicino e da molteplici angolazioni.

Davvero interessante il procedimento di ricostruzione dell’ultima tela esposta, che andò persa in un incendio ed è stata interamente ricreata con tecniche digitali e tridimensionali all’avanguardia.

Nonostante i vizi formali ed espositivi della mostra, non sono oggetto di discussione le intense emozioni, suscitate dalle morbide quanto confuse pennellate dell’artista simbolo dell’impressionismo pittorico, che esprimono innumerevoli particolari mai rappresentati.

Per chi ama l’arte e la cultura impressionista non sarà quindi un’esposizione non perfetta e una carnet poco guarnito a fermare la voglia di immergersi nel delicato, confuso e appassionante mondo di Claude Monet.

Chiara Ceccarelli

 






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