ANNO 14 n° 111
Al via gli interrogatori di garanzia
Stamattina i tre pastori sardi, ora ai domiciliari, compariranno davanti al gip
per gli atti persecutori nei confronti di Pomarè, furti e detenzione di armi
30/07/2015 - 02:01

VITERBO – Si svolgeranno questa mattina, alle ore 9, di fronte al gip Salvatore Fanti, gli interrogatori di garanzia dei tre pastori sardi arrestati nell’ambito dell’operazione Terra Madre. Si tratta di Antonio Pira, 72 anni, e i figli Paolo e Marco, rispettivamente di 42 e 35 anni, ora agli arresti domiciliari perché accusati, a vario titolo, di atti persecutori, furto aggravato, abigeato e porto abusivo di armi.

Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Fabrizio Tucci e condotte dai carabinieri della compagnia di Tuscania, in collaborazione con la stazione di Farnese e gli uomini del comando provinciale, erano scattate a febbraio scorso, dopo una serie di atti intimidatori contro Dario Pomarè, ex sindaco di Farnese e attuale capogruppo della maggioranza Pd nello stesso Comune, messi a segno dalla famiglia di origine sarda con la complicità di altre tre persone che sono state poi denunciate.

All’ex primo cittadino furono incendiati un trattore, una rimessa agricola, un casaletto e un’auto, abbattute oltre 160 piante di olivo e uccisi a colpi di bastone due cani e sei galline. Tutto per impedire che fosse approvata dall’amministrazione comunale la nuova regolamentazione sui terreni a uso civico che avrebbe fatto perdere loro 60 ettari di terreno destinati al pascolo, dei quali si erano indebitamente appropriati negli anni.

E infatti nel mirino del gruppo non c’era solo Pomarè, ma almeno un’altra quarantina di persone. Si evince anche dalle intercettazioni ambientali dei tre, messe nere su bianco nel testo dell’ordinanza d’arresto dal gip Fanti. L’ex sindaco di Farnese era solo il primo da colpire e quegli episodi intimidatori, che in totale hanno provocato un danno materiale pari a circa 60mila euro oltre a quello psicologico, non erano affatto finiti. Non solo nei confronti di Pomarè ma anche di altri esponenti politici e di cittadini ''colpevoli'' di aver firmato la riforma su terreni a uso civico.

I tre pastori avevano organizzato un vero e proprio piano di intimidazione che aveva profondamente scosso la piccola comunità di Farnese. Attentati che non hanno precedenti nella provincia di Viterbo e che quindi hanno spinto i carabinieri, coordinati dal pm Fabrizio Tucci, ad avviare subito una serrata attività di indagine per risalire agli autori e soprattutto al movente. Indagini a tutto campo che si sono concluse martedì con il blitz in cui sono stati impiegati 40 uomini del comando provinciale dei carabinieri di Viterbo, due unità cinofile e un elicottero di Pratica di Mare.





Facebook Twitter Rss