ANNO 14 n° 88
Ai tre medici di guardia assenteisti dai 3 ai 12 mesi di sospensione
Le decisioni della Procura per i dottori M.C., F.B. e M.P. di Vetralla
11/10/2018 - 07:05

di Irene Minella

VETRALLA – Sospesi dai 3 ai 12 mesi i medici di guardia, del distretto C di Vetralla, accusati di assentesimo, truffa aggravata in danno dello Stato, rifiuto ed omissione di atti d’ufficio. In attesa del processo la Asl di Viterbo ha nominato i sostituti temporanei per garantire la continuità del servizio ai cittadini.

È il dottor M.C. ad avere il maggior numero di giorni di sospensione dall’esercizio dell’attività medica nelle strutture sanitarie pubbliche. Per lui infatti, titolare a tempo indeterminato di 24 ore settimanali di continuità assistenziale e di 12 ore settimanali di Medicina di servizi territoriali, la Procura di Viterbo ha deciso l’applicazione per 12 mesi, dal 4 ottobre 2018 al 3 ottobre 2019, della misura cautelare interdittiva di sospensione.

Rimarrà a casa per 8 mesi invece il dottor F.B., dal 4 ottobre 2018 al 3 giugno 2019. Anche lui, titolrare a tempo indeterminato di 24 ore stetimanali di continuità assistenziale, non potrà presentarsi al lavoro presso le strutture sanitarie pubbliche.

Sospesa cautelarmente dal 4 ottobre 2018 al 3 gennaio 2019, quindi per 3 mesi, la dottoressa M.P. pure lei indagata insieme ai colleghi di Vetralla dalla Procura di Viterbo e anche lei titolare a tempo indeterminato di 24 ore settimanali di continuità assistenziale.

L’inchiesta, partita nel mese di giugno 2017 grazie alla denuncia di alcuni colleghi e protrattasi fino agli inizi di ottobre 2018, è stata condotta dai carabinieri del Nas di Viterbo che per oltre un anno, attraverso telecamere nascoste, spie ambientali, interrogatori, controlli ai registri e pedinamenti, hanno monitorato e scoperto la sistematica condotta illecita dei tre medici di guardia di Vetralla.

I dottori M.C. e F.B. e la dottoressa M.P., invece di lavorare per tutte le ore dovute, si presentavano sul luogo di lavoro in ritardo e smontavano con ampio anticipo; altre volte, durante l’orario di servizio, si allontanavano arbitrariamente dalla postazione per svolgere incombenze di natura privata e personale nonché, come acclarato per uno degli indagati, per esercitare la professione medica nel proprio studio privato. È stato altresì documentato che i medici indagati, in molteplici circostanze, durante l’orario di servizio, anziché presidiare la postazione per prestare la dovuta assistenza all’utenza, rimanevano presso il proprio domicilio, lasciando affisso sulla porta della guardia medica un cartello riportante il numero di reperibilità, deviando sulle proprie utenze le richieste telefoniche in arrivo alla postazione.

In alcuni casi la postazione è rimasta sguarnita per gran parte del turno, solitamente di 12 ore, anche quando il servizio doveva essere coperto con la presenza contemporanea di due medici. Alle assenze ingiustificate, si aggiungono episodi documentati dalle indagini circa il ritardo di un medico nell’erogazione di prestazioni sanitarie verso pazienti affetti da gravi patologie e l’omissione di visite domiciliari con induzione agli utenti di rivolgersi ad altre strutture sanitarie del territorio.





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