ANNO 14 n° 111
Acquisto online di armi clandestine, anche un viterbese finisce nei guai
19/06/2018 - 10:07

VITERBO – Acquista illegalmente armi micidiali online dalla Polonia, armi ad aria compressa con potenza superiore a 7,5 joule, considerate quindi vere e proprie armi da fuoco. Anche un viterbese, residente in un Comune della provincia, finisce tra i 78 indagati, a vario titolo, per acquisto per corrispondenza, detenzione illegale e omessa denuncia di armi da sparo comuni e clandestine.

L’operazione, denominata Lethal Weapon, ha visto impegnate, nelle prime ore dello scorso 13 giugno, 48 squadre mobili coordinate del Servizio centrale operativo che hanno eseguito 78 perquisizioni su ordine della Procura di Enna nei confronti di soggetti residenti in varie città italiane, tra cui Viterbo. I controlli hanno consentito alla polizia di iscrivere nel registro degli indagati 78 persone e di sequestrare 92 armi da fuoco, clandestine e illegali.

I fatti hanno origine nel settembre del 2016 quando gli uomini della squadra mobile e della sezione polizia postale e delle telecomunicazione di Enna scoprono un residente dell’Ennese acquistare diversi prodotti online attraverso carte di credito clonate. Gli investigatori danno il via ai controlli per intercettare la merce oggetto di truffa che viene individuata nel comune di Centirupe sorprendendo un uomo, P.V., intento a ritirare la merce. Da una successiva perquisizione presso la sua abitazione gli agenti scoprono, tra i prodotti da lui custoditi di provenienza illecita e acquistati online, anche un fucile ad aria compressa di fabbricazione turca, munizioni e un cannocchiale di precisione per il fucile provenienti dalla Polonia. Armi clandestine e illegali. P.V. finisce quindi in manette.

La squadra mobile continua le indagini per risalire alle modalità attraverso le quali quelle armi siano riuscite ad entrare in Italia dalla Polonia. La procura di Enna richiede per la prima volta un European Investigation Order (Eio) nei confronti delle autorità giudiziarie polacche per individuare gli acquirenti italiani che per corrispondenza online avevano comprato le armi illegali. L’autorità della Polonia fornisce così 81 fatture grazie alle quali i poliziotti risalgono all’identità di tutti gli acquirenti italiani, anche del viterbese.






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