ANNO 14 n° 88
''Acquapendente, arrivano immigrati
ma il Comune non lo sa''
Il sindaco Ghinassi sul flusso inaspettato e non controllabile dei profughi
24/09/2016 - 02:00

ACQUAPENDENTE – (i.m.) Provengono da qualunque parte del mondo che sia sconvolta dalla guerra o dalla povertà per raggiungere l’Italia, la ''terra promessa'' e arrivano anche nella Tuscia. Ma l’accoglienza di profughi e rifugiati politici rischia di trasformarsi in intolleranza diffusa se le città in cui loro vengono accolti non sono pronte o non hanno strutture adeguate per riceverli. Questo potrebbe succedere soprattutto là dove le amministrazioni comunali, così come i cittadini, non sono minimamente informati dell’arrivo di immigrati nella propria città. È il caso di Acquapendente, cittadina alle sponde del lago di Bolsena, che nello scorso luglio è diventata improvvisamente luogo d’accoglienza di oltre 100 migranti.

''Siamo nella totale emarginazione, come se non esistesse un’amministrazione comunale che decide per Acquapendente e i suoi cittadini - spiega il sindaco di Angelo Ghinassi -. Noi non sapevamo dell’arrivo di migranti in città e questo è assurdo. Non può esistere solamente un rapporto diretto tra la prefettura e la Ospita srl (società privata che ha vinto un bando per l’accoglienza di 130 persone in diversi comuni ndr) senza ascoltare il parere dell’amministrazione o dei cittadini. Siamo stati completamente scavalcati. Tra l’altro è una procedura di assistenza profughi sbagliata, anzi si può parlare di accoglienza se le persone vengono stipate all’interno di strutture poco igieniche, instabili o ex magazzini?''.

Dal 2008 Acquapendente ha aderito alla Sprar ricevendo sul proprio territorio 21 rifugiati politici e dimostrando così che la tolleranza e l’integrazione sono alcuni dei suoi principi fondamentali: ''Non ci siamo mai tiranti indietro nell’aiutare gli immigrati – aggiunge il primo cittadino -. Anzi quelli che vivono nei quattro appartamenti che il comune ha messo loro a disposizione si sono integrati benissimo con il resto dei cittadini e non hanno mai creato problemi. Con l’arrivo di un numero non precisato di nuovi immigrati, perché la verità è che neanche io come sindaco so quanti in realtà ce ne siano da luglio, rischia di mettere a repentaglio tutto ciò che di buono è stato costruito con il progetto Sprar''.

''Le cose possono migliorare solamente se il governo italiano cambia le attuali procedure d’accoglienza coinvolgendo e chiedendo dei pareri direttamente ai comuni interessati – continua Ghinassi -. Noi invece abbiamo le ali tappate e quando abbiamo chiesto l’accesso agli atti la risposta è stata un ‘no’ categorico con la spiegazione che il comune non aveva alcuna competenza sulla questione''.

E ora il problema immigrati ad Acquapendente sembra farsi ancora più urgente. Infatti la società Ospita continua a proporre e a chiedere l’invio di altri rifugiati e profughi nella cittadina lacustre. ''Vanno e vengono in continuazione e gli aquesiani sono sempre più sconcertati dalla situazione – prosegue -. Temo che quel piccolo gruppo di cittadini intolleranti e che è stato protagonista di episodi razzisti, possa prendere il sopravvento. Per questo ora sto aspettando la risposta della prefettura a due richieste: la prima volta all’integrazione con la messa a disposizione di lavori socialmente utili in modo da occupare i migranti mettendoli a servizio della comunità e facendosi anche conoscere: la seconda propone un incontro per protestare sulle nuove richieste della società Ospita perché non si può pensare che si crei davvero un flusso senza fine di persone''.

''La prefettura pensa di risolvere così l’emergenza – conclude Ghinassi – senza rendersi conto che questo è invece un modo per far nascere problemi nelle città in cui gli immigrati vengono collocati''.






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