ANNO 14 n° 116
''Acqua, Caprioli e la sua giunta rispettino il voto contrario agli aumenti''
Raccolte oltre 300 firme al sit-in dell'opposizione. Ciambella: ''A Viterbo chiederò la revoca del sì del sindaco ai rincari''
18/01/2020 - 16:45

CIVITA CASTELLANA - Un successo il sit-in organizzato stamattina dall’opposizione per protestare contro l’aumento delle tariffe dell’acqua votato dai sindaci della provincia di Viterbo, compreso Caprioli, all’assemblea Ato del 30 dicembre: ogni anno del 9 per cento, fino al 2023. Tanta gente in piazza: 321 le persone che hanno firmato un documento che chiede che venga rispettata la volontà espressa in maniera unanime dal consiglio comunale, mozione che impegnava il primo cittadino a votare contro ogni ipotesi di rincaro: l’opposto di quanto poi si è verificato.

In piazza Matteotti c’erano Partito democratico, Rifondazione comunista, Movimento 5 Stelle e Forza Italia. Da Viterbo, per sostenere l’iniziativa, il capogruppo del Pd a Palazzo dei Priori Luisa Ciambella (''a Viterbo, se ce lo consentiranno, chiederemo la revoca del sì ai rincari espressa anche da parte del nostro sindaco'', ha detto) e poi Bengasi Battisti, portavoce nazionale Enti locali per l'acqua pubblica. E ancora: associazioni, sindacati, semplici cittadini e, ovviamente, gli attivisti dei comitati: quelli di ''Noi non ce la beviamo'' e del comitato per l'acqua pubblica di Civita Castellana che si battono per la ripublicizzazione del servizio idrico.

''La giunta – ha detto Yuri Cavalieri (Rc) - ha cercato in maniera grossolana di dare la responsabilità dell’aumento delle tariffe solo al sindaco Caprioli, invece è tutta la maggioranza di destra - Lega e Fratelli d’Italia – che si deve prendere responsabilità. La stessa destra che governa nei Comuni di Tarquinia e a Viterbo, dove erano stati votati documenti identici che poi alla fine sono stati disattesi''.

Di un ''aumento socialmente inaccettabile''' ha parlato invece Simone Brunelli (Pd): ''Non tiene conto di una situazione economica in cui la media delle famiglie civitoniche si trovano. Una decisione da contabile, non da politico come un sindaco deve essere. Una mancanza grave di rispetto istituzionale, inoltre, rispetto della volontà espressa dal consiglio comunale. Davanti a tutto ciò è inutile il tentativo di consiglieri e amministratori di maggioranza di nascondere la verità. E cioè, che l’aumento dell’acqua scatterà in maniera automatica appena Arera autorizzerà il prestito a Talete''.

''Oltre all’aumento delle bollette – ha spiegato Claudio Parroccini (Forza Italia) – l’aspetto più grave di questa vicenda è che il sindaco abbia disatteso il voto del consiglio comunale, che si era espresso all’unanimità contro gli aumenti. Di fatto Caprioli ha votato contro la volontà popolare. Che cosa sarebbe cambiato se il sindaco all'assemblea Ato avesse votato contro i rincari? Niente probabilmente, ma almeno avrebbe aperto una crepa in questo sistema. Ci sarebbe stata la possibilità di mettersi intorno a un tavolo per cercare una soluzione alternativa''.

Duri anche i rappresentanti del Movimento 5 Stelle: ''Siamo alle solite - ha affermato il consigliere Maurizio Selli -. Anche stavolta vogliono giustificare gli aumenti con improbabili piani di salvataggio della Talete. Invece non si capisce assolutamente quale sia la strategia commerciale e industriale della società. La cosa assurda, inoltre, è che il sindaco abbia votato l’esatto contrario di quanto si era impegnato a fare una settimana prim, a fronte di un documento appoggiato da tutto il consiglio comunale''.

Ad ampio raggio l'intervento in piazza di Luisa Ciambella: ''Sono venuta qui per sostenere la vostra iniziativa – ha detto il capogruppo Pd a Palazzo dei Priori –. Vengo da un Comune che ha la maggioranza relativa in Talete. Il mio sindaco, come il vostro, ha votato un documento che lo impegnava a non votare nessun tipo di aumento delle tariffe, ma soprattutto a sincerarsi che qualsiasi proposta che venisse dalla società fosse suffragata da un piano industriale e da una prospettiva di risanamento vero. L’aumento dell’acqua non è il solo problema. C’è un problema legato al concetto stesso di democrazia. Il problema vero è che abbiamo sindaci di colori diversi che hanno votato la stessa cosa, che si sono impegnati a dire che gli aumenti non c’erano, che possiamo dormire tranquilli. Quando invece si parla addirittura di un piano di assunzioni per una società in condizioni di disastro più totale: non hanno controllo della bollettazione, di chi paga e non paga; hanno una situazione rispetto a servizi che hanno affidato al limite della legittimità. Tutto ciò non ce lo dicono i nostri amministratori. Noi invece dobbiamo pretendere che i nostri amministratori si assumano le proprie responsabilità. In un prossimo Consiglio comunale, a Viterbo, porterò la richiesta di revocare il voto espresso dal sindaco Arena. Se non ci possiamo fidare dei nostri sindaci di chi ci dobbiamo fidare?''.

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