ANNO 14 n° 107
Accusato di aver sterminato la famiglia,
si suicidò in carcere: indagini da rifare
Claudio Tomaino fu trovato senza vita nella sua cella di Mammagialla
26/03/2017 - 07:23

VITERBO – Si suicidò nel carcere di Mammagialla, dopo l’arresto per plurimo omicidio volontario. Ma le indagini su Claudio Tomaino, trovato senza vita il 18 gennaio 2008, sono tutte da rifare. Questa la decisione del gip di Catanzaro Barbara Saccà, resa nota in un’ordinanza in cui respinge in blocco le richieste di archiviazione avanzate del pubblico ministero.

Si dovrà così tornare a scavare sugli ultimi istanti di vita del giovane Tomaino, ancora avvolti dal mistero e da troppi dubbi. Anche per lo stesso gip di Viterbo, Savina Poli, che a luglio dello scorso anno, respinse allo stesso modo le richieste di archiviazione dell’accusa. Un suicidio che non sarebbe tale, dunque, almeno per i giudici sulle cui scrivanie sono arrivati i fascicoli. E di cui è convinta anche la madre del ragazzo, Maria Cecilia Pane, che sta combattendo affinché la verità sulla vera fine di suo figlio venga fuori. Assistita dai legali Francesco Balsamo e Noemi Balsamo, si è sempre battuta contro ogni tipo di archiviazione. E il tempo le sta dando ragione.

Sul giovane lametino, rinchiuso nel carcere di Mammagialla, da cui non è mai uscito vivo, la più infamante delle accuse. Quella di aver ucciso, il 27 marzo del 2006, in una zona rurale di Caraffa (Catanzaro), l’infermiere Camillo Pane, la moglie Annamaria, la figlia diciottenne Maria e il figlio ventenne Eugenio. Le vittime erano, rispettivamente, zii e cugini di Tomaino, che avrebbe sparato per un movente legato ad un debito contratto e mai saldato allo zio, nell'ambito di un contesto di aste giudiziarie mai del tutto chiarito. Tomaino si sarebbe suicidato in carcere una manciata di giorni prima dell’udienza davanti alla Corte d’Assise. A cui lui non si presentò mai, soffocandosi all’interno della sua cella.

Ma sulla tesi del suicidio, pochi sembrano avere le idee chiare. Ed è per questo che sono state disposte altre indagini. Per tentare di far luce sulla morte del giovane e tentare di chiarire anche come sia stato possibile che Tomaino, da solo, abbia ucciso contemporaneamente quattro persone.

Per il gip Saccà, in linea con la collega viterbese, appare ''necessario procedere ad accertamenti tecnici sulle tracce biologiche presenti sul cuscino e sul lenzuolo in sequestro, nonché verificare se siano presenti tracce biologiche all'interno della busta di plastica sul fornello in sequestro e verificarne la natura, se rinvenute. E' poi necessario – scrive ancora il gip - sentire a sommarie informazioni Pane Maria Cecilia in ordine alle lesioni che la donna afferma di aver notato sul corpo del figlio Tomaino Claudio nei giorni precedenti il decesso, verificando, altresì, presso il carcere in cui il detenuto era ristretto, quale siano state le giornate in cui la Pane, prima del decesso, ha avuto colloqui con il figlio’’.






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