di Stefano Marini Balestra

VITERBO - Severa condanna irrogata dal Tribunale di Viterbo ad un tassista di Orte accusato di aver svolto la sua attività in favore di ''signorine'' che dalla stazione dovevano raggiungere il loro ''posto di lavoro''.

All’uomo, dopo pedinamento eseguito dai Carabinieri che hanno documentato la ''sistematicita'' dei viaggi con a bordo sempre le stesse donne, gli è stata contestata la violazione alla legge Merlin che punisce il favoreggiamento della prostituzione.

Un anno e quattro mesi di reclusione è la pena che gli ha comminato il giudice monocratico di Viterbo. A nulla sono valse le giustificazioni dell’imputato che ha ricordato essere il servizio reso dal servizio pubblico obbligatorio per gli esercenti attività di taxi a prescindere dalla qualità del passeggero utente del viaggio.

La deposizione del testimone (carabiniere) ha convinto il giudice della responsabilità del tassista in quanto ad esso, dopo una perquisizione effettuata sul suo taxi sono stati trovati appunti e numeri telefonici delle prostitute, abituali clienti e l’incasso del servizio fissato in euro 5,00 a viaggio, quindi la prova di un’organizzazione volta al favoreggiamento della prostituzione.

La difesa non ha potuto ascoltare come testi le clienti del taxi, perché alcune resesi alcune irreperibili, due risultano essere presso un istituto religioso ed una deceduta.