ORTE – Violenza sessuale nel centro di accoglienza per rifugiati Carpe Diem di Orte, condannato a un anno e otto mesi un bengalese di 32 anni.
Vittima della violenza una delle donne delle pulizie del centro, sua coetanea: l’uomo, secondo la versione raccontata dalla giovane lettone in aula e condivisa dal collegio di giudici in fase di discussione, la avrebbe abbracciata alle spalle e poi avrebbe tentato di baciarla, durante uno dei suoi turni nell’ex albergo.
''Ma a mamma non dire niente'', le avrebbe suggerito. Vale a dire che non avrebbe dovuto fare la spia alla propria datrice di lavoro per non fargli passare dei guai.
Invece fece di più, andando dai carabinieri e denunciando, assieme ad una 43enne di origine egiziana, i fatti di cui entrambe sarebbero state vittime, seppur in diversi momenti. Una con un tentativo di violenza sessuale da cui riuscì a divincolarsi, l’altra perché costretta a guardare l’uomo masturbarsi in sua presenza.
Ieri per il 32enne è arrivata la condanna: un anno e otto mesi – con pena sospesa – per quell’episodio di violenza sessuale ai danni della giovane lettone, avvenuto nel centro di Orte nel 2015 e di cui si occupò direttamente la Digos, per i presunti contrasti tra profughi di religione musulmana e cristiana.
Mentre per le accuse mosse dalla 42enne egiziana è arrivata l’assoluzione: la donna, irreperibile da anni, non avrebbe mai partecipato al processo fornendo sufficienti prove di colpevolezza.