ANNO 14 n° 88
Abbassamento del lago di Bracciano: rinviati tutti a giudizio
In 16 vanno a processo, la prima udienza il prossimo 8 marzo
14/10/2021 - 10:24

di Stefano Marini Balestra

Avrebbero svuotato il lago di Bracciano: tutti a processo.

Cosi ha deciso il Gup del Tribunale di Civitavecchia competente per il nord della Provincia di Roma, in relazione l’indagine relativa la grave diminuzione del livello delle acque del Lago di Bracciano nell’anno 2017.

Durante l’estate di quattro anni fa le acque dell’importante lago si ritirarono di oltre un metro dal quota normale (comunque già ridotta da qualche anno) per effetto dell’eccessivo prelievo delle sue acque per alimentare la città di Roma, Civitavecchia ed altri minori centri.

Tutti sanno che le acque del lago di Bracciano e Martignano hanno avuto sempre una grande importanza per Roma, fin dall’epoca degli antichi romani.

Infatti, la loro quota a circa 160 mt. rappresenta un naturale serbatoio per la città di Roma. Quindi, sin dall’anno 2 a.C., per volontà di Augusto, fu realizzato l’acquedotto Alseatino che partendo dal lago di Martignano (Alseatinus) attraverso un percorso di 33 chilometri raggiungendo Trastevere per l’uso della popolazione e anche per i giochi navali dell’imperatore (naumachia augustea) ai piedi del Gianicolo. Un nuovo acquedotto fu realizzato da Traiano nel 109 d.C. attingendo alle acque del lago di Bracciano (Sabatino). Più tardi, nella seconda metà del XVI secolo, l’utilizzo delle acque sabatine da parte di Roma fu completata da Paolo V (Camillo Borghese) con l’acquedotto cosiddetto Paolo, che alimentava le fontane del Vaticano e di Borgo Pio.

L’acquedotto, poi danneggiato nel corso dei secoli scorsi, fu ripristinato una ventina di anni fa e la presa ad oltre 70 metri di profondità dalla sponda sud nei pressi di Anguillara perviene a Roma. Nel disciplinare tra la società ACEA e l’autorità di bacino vennero fissate le quantità di metri cubi al secondo prelevabili. Ovviamente, si era tenuto conto di evitare eccessive differenze di livello tra la stagione estiva e quella invernale.

Accadde poi, che per la siccità dell’anno 2016 e danni subiti dall’acquedotto del Peschiera che dall’Alta Sabina porta l’acqua a Roma, si rese necessario un maggior prelievo delle acque sabatine.

Questa è la tesi difensiva dei sedici rinviati a giudizio dal gup per disastro ambientale aggravato da concorso, tra cui l’ex presidente della Talete Andrea Bossola e tutti i componenti del consiglio di Amministrazione di ACEA e ATO2.

Il reato contestato è pertanto per aver captato le acque in supero di titolo concessorio così creando per colpa un’alterazione irreversibile dell’ecosistema di un’area naturale protetta (parco naturale di Bracciano Martignano).

La denuncia provenne da associazioni ambientaliste tra cui: Legambiente, Codici ambiente ed Accademia Kronos, quest’ultima “cane guardia” delle condizioni dei laghi laziali i tra cui il nostro Lago di Bolsena.

L’abbassamento del Lago di Bracciano avrebbe creato nelle sue sponde ampi spazi di fanghiglia che resero impraticabili le naturali spiagge e soprattutto il disseccamento dei canneti che rappresentato il luogo di nidificazione degli uccelli, il luogo di deposizione delle uova dei pesci e soprattutto la sparizione di rare piante acquatiche perilacustri: tra cui la “Isoates sabatina” del cd Habitat 3130 ufficialmente protetta a livello europeo, che fu oggetto di cura e conservazione da parte della Università della Tuscia per scongiurarne la fine.

Si sono costituiti parte civile oltre le questa associazioni, il Comune di Bracciano, di Anguillara Sabazia e Trevignano nonché il presidente del Consorzio del Lago di Bracciano, il presidente del parco naturale Bracciano-Martignano, poi, la sig.ra Villani presidente del Comitato per la difesa del Lago.

Il processo, per la sua fase dibattimentale, prenderà avvio l'8 marzo 2022.




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