ANNO 14 n° 109
A 90 anni si ustiona sul bidet muore dopo un mese di calvario
Alla sbarra medico e gestore della casa di cura
09/05/2017 - 02:00

VITERBO – Un getto improvviso d’acqua bollente mentre è seduta sul bidet e per la novantenne N.M. è l’inizio di un calvario, che la porterà un mese dopo alla morte in un letto di ospedale al Sant’Eugenio di Roma. Un’ustione di terzo grado sul 7 per cento del corpo che costerà alla donna dapprima un’operazione d’urgenza al Belcolle per asportare la parte di pelle andata in necrosi, poi il trasferimento al nosocomio romano.

Ora alla sbarra per omicidio colposo in concorso il medico, il gestore e il legale rappresentante della casa di cura di Ronciglione in cui la novantenne era ricoverata e dove, il 2 ottobre del 2010, si è verificata la rovinosa ustione.

N.M., classe 1921, secondo quanto attestato dal medico che la aveva in cura, sarebbe stata parzialmente non autosufficiente: per lei, dunque, nessun protocollo specifico, nessun piano personalizzato. Sarebbe stata in grado di compiere i più elementari gesti di vita quotidiana. Come farsi il bidet. Eppure seduta in quel bagno, la novantenne, completamente non autosufficiente, non sarebbe più riuscita ad alzarsi e sarebbe rimasta troppo a lungo immobile sotto quel getto di acqua bollente, provocandosi serie ustioni sulla schiena e sulle natiche.

''Per colpa di imprudenza, imperizia, negligenza e violazione delle normi dell’accoglimento e assistenza di persone non autosufficiente’’, i tre imputati dovranno rispondere di omicidio colposo davanti al giudice Rita Cialoni.

E intanto è corsa contro il tempo per le tre parti civili per ottenere giustizia: vicino è il termine della prescrizione. Il processo si dovrà concludere entro l’anno per arrivare a sentenza.






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