ANNO 14 n° 114
''Ragazzo tranquillo, morte inspiegabile''
Paese sconvolto per la tragica fine del 27enne suicida col gas di scarico
Nel 2007 fu pestato a sangue all'uscita da una discoteca per motivi politici
03/02/2015 - 00:00

FABRICA DI ROMA – La tragica morte di Giovanni Di Meo, il ragazzo di ventisette anni che si è suicidato con il gas di scarico della sua auto, ha letteralmente sconvolto Fabrica di Roma, paese in cui viveva con i suoi genitori. In paese tutti lo ricordano come un ragazzo tranquillo, e definiscono la sua fine ''inspiegabile''. E tutti si stringono intorno ai genitori: Maria D’alessandro e Stefano Di Meo, fino a qualche anno fa impegnati attivamente in politica. Lui è stato assessore provinciale e lei consigliere comunale a Civita Castellana per i Comunisti Italiani.

Il cadavere del ragazzo è stato trovato intorno alle quattordici di ieri in località Quartaccio, tra Fabrica di Roma e Civita Castellana. Era nella sua Panda, con un tubo collegato alla marmitta e all’abitacolo. Secondo i primi accertamenti, il decesso sarebbe avvenuto diverse ore prima. Probabilmente nel corso della nottata.

Il corpo del 27enne è stato posto a disposizione dell’autorità giudiziaria che, entro oggi, deciderà se far eseguire l’autopsia o autorizzare la restituzione alla famiglia per la sepoltura.

E’ stato il padre Stefano, ieri pomeriggio, un paio di ore dopo il ritrovamento del cadavere in località Quartaccio, tra Fabrica di Roma e Civita Castellana a rivolgergli il suo disperato addio su Facebook: ''Hai smesso di lottare – ha scritto - e il mio dolore è immenso. Nella vita è normale quando un figlio accompagna il padre, atroce è l’inverso. Non so se riuscirò a portare questa croce. I figli sono pezzi di cuore e oggi insieme a te è morto un pezzo del mio cuore. Addio figlio mio. Ti ho amato e ti amerò per sempre''.

Giovanni Di Meo, prima di suicidarsi ha lasciato uno scritto, una sorta di testamento: ''Potete prendervi il mio cash, la mia libertà, la mia casa, la mia vita, la mia identità, potete darmi anche un lavoro o risolvere i miei guai, giuro sulla pelle, non mi avrete mai''. Una frase tratta dal brano ''Non mi avrete mai'' del rapper Inoki.

Il giovane, nel luglio 2007, subì un brutale pestaggio all’uscita da una discoteca. Un’aggressione dal probabile movente politico che provocò la frattura del setto nasale e della mandibola. Fu sottoposto a due interventi chirurgici nell’ospedale di Belcolle. Si riprese dopo una quarantina di giorni di cure. Gli autori del pestaggio non sono stati mai identificati.

 





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