ANNO 14 n° 110
Bolsena e Canepina
le ''sanguisughe''
Nei due comuni si pagano le
bollette pił salate della Tuscia
23/12/2014 - 02:00

VITERBO – I cittadini più sfigati per quanto riguarda le tasse comunali? Quelli di Bolsena e Canepina. La prima amministrata dal centrodestra, la seconda dal centrosinistra. Tra imposte e addizionali varie sono i due comuni che succhiano più soldi dalle tasche dei rispettivi cittadini. Delle vere e proprie idrovore se è vero che ogni residente a Canepina, in media, paga 742 euro l’anno e a Bolsena 749. Il dato è presunto poiché si basa su calcolo a campione, secondo il quale, ogni residente a Canepina paga 1929 euro l’anno di imposte locali (regionali, provinciali e comunali), che vanno per il 55,8% alla Regione, per il 38,5% al Comune, mentre il restante 5,7% finisce nelle casse della Provincia. Pressoché identica la situazione a Bolsena, dove l’ammontare complessivo delle imposte locali pro capite è di 1947 euro l’anno.

Il sindaco di Bolsena Paolo Equitani, che l’altro giorno ha ricevuto in dono dall’opposizione un salvadanaio di coccio, con relativo invito a tagliare le spese superflue e a ridurre le imposte, giustifica l’alta tassazione con i tagli operati dal governo centrale agli enti locali. ''Non sapevo – spiega Equitani – di detenere il primato delle tasse comunali. Se così fosse – aggiunge –, so di chi è la colpa: dei governi che si sono succeduti, che non hanno saputo fare altro che tagliare le risorse ai comuni''. Ad avviso di Equitani, rieletto sindaco di Bolsena per la terza volta, dopo essere stato fermo un ''giro'', nonché assessore provinciale all’Ambiente in carica, ''portare in alto le addizionali comunali è l’unico modo che rimane agli amministratori locali per mantenere i servizi essenziali ai cittadini. ''Non potevamo certo cancellare gli scuolabus o la raccolta dei rifiuti per far quadrare il bilancio'' si giustifica.

Anche il sindaco di Canepina motiva la stangata inflitta ai suoi cittadini con la necessità di far quadrare il bilancio. ''Abbiamo applicato l’aliquota massima,il 2,5 per mille sulla Tasi – spiega –, per quanto riguarda l’Imu sulle seconde case, invece, ci siamo fermati al 9,8 per mille''.

Alla domanda su perché siano state completamente azzerate le detrazioni sulla Tasi per i redditi più bassi, Moneta risponde di averlo fatto per non meglio specificate ragioni di ''equità''. Chissà da quando il taglio delle detrazioni ai pensionati al minimo o ai disoccupati che possiedono solo la casa in cui abitano è diventato equo? Era questo che intendeva il sindaco di Canepina quando annunciava che avrebbe ''cambiare verso''? C'è, infine, un doloroso mistero da chiarire: il predecessore di Moneta, Maurizio Palozzi, durante la campagna elettorale della scorsa primavera, aveva annunciato urbi et orbi di aver lasciato circa 300mila euro di avanzo di bilancio. Che fine hanno fatto tutti quei soldi se per far quadrare i conti c'è stato bisogno di salassare i canepinesi?

Per conquistare il primato di comuni più esosi della Tuscia, Bolsena e Canepina non si sono limitati alla Tasi e all’Imu, ma hanno affondato anche sull’addizionale Irpef e sull’intero ginepraio delle tasse locali. Una situazione caotica, alla quale il governo Renzi vorrebbe mettere mano introducendo la cosiddetta service tax, l’imposta unica che nelle intenzioni del premier dovrebbe sostituire la miriade di tributi locali che affliggono i cittadini. Ma c’è già chi prevede che la service tax assai difficilmente porterà a una riduzione delle tasse municipali, per le quali la fantasia degli amministratori sembra non avere fine.

 






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