ANNO 14 n° 111
Spunto di Vista Genitori adolescenti, quando è l'inconscio a volere un figlio
>>>> di Elisabetta Zamparini <<<<
24/04/2015 - 01:14

di Elisabetta Zamparini

VITERBO - Nel precedente articolo è stato trattato il percorso emotivo che una coppia affronta nel diventare una famiglia, diventare genitori, infatti, non coincide puntualmente con l’evento biologico della nascita del bambino, ma è un processo connesso alle elaborazioni delle relazioni affettive proprie del genitore.

Assumere il ruolo genitoriale può aiutare a vedere o riorganizzare meglio le esperienze passate ma può anche determinare un crollo psicologico se queste non sono state elaborate.

Ma cosa succede quando questo evento avviene in adolescenza?

L’esperienza della genitorialità è per tutti una complessa revisione delle rappresentazioni riguardanti la propria vita e, in particolar modo, delle relazioni con le figure genitoriali. Se questo evento accade in adolescenza, può risultare più difficile affrontare i nuovi compiti da genitore insieme alle problematiche adolescenziali.

In adolescenza la persona si trova ad affrontare il difficile compito di accettare le trasformazioni somatiche e sessuali, così rilevanti da caratterizzare questa fase di vita. Molte volte questi cambiamenti sono fonte di ansia e i ragazzi possono cercare di esorcizzarli attraverso varie forme di rassicurazione.

L’adolescenza è spesso caratterizzata dalla tendenza ad agire senza riflettere o senza prendere in considerazione le conseguenze negative che l’azione provocherebbe e dietro alla gravidanza di un’adolescente ci possono essere tante motivazioni.

Per esempio potrebbe inconsciamente voler dimostrare che il suo corpo funziona, oppure potrebbe cercare di sfuggire alle complesse dinamiche di separazione e di individuazione tipiche di questo periodo.

E’ molto frequente che i comportamenti adolescenziali abbiano una motivazione ambivalente, infatti se la gravidanza risponde al desiderio di liberarsi della dipendenza dai propri genitori, comporta anche un riavvicinamento a loro che continueranno ad avere un ruolo molto presente e rilevante.

La ricerca finora non ha evidenziato l’associazione della giovane età con una minore competenza genitoriale, piuttosto ciò che assume importanza è la famiglia d’origine dell’adolescente.

Nella maggior parte dei casi gli adolescenti non hanno una propria autonomia lavorativa e per questo i neo genitori devono contare sul sostegno della famiglia d’origine condividendo la stessa casa, ciò può provocare un clima di tensione che non aiuta lo sviluppo delle competenze genitoriali e dell’autonomia dell’adolescente, sia dal punto di vista pratico che psicologico. Per un’esperienza positiva è importante che tra l’adolescente e la famiglia d’origine si instauri un confronto costruttivo in cui è favorita l’espressione della rabbia, dei conflitti e delle emozioni in gioco.

Se desiderate approfondire questo o altri argomenti ecco la mail a cui scrivere per suggerire i nuovi articoli della rubrica: elisabetta.zamparini@gmail.com.





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