ANNO 14 n° 111
Diverso č Uguale
La lunga storia della
bandiera arcobaleno
>>>>> di Pierpaolo Napoli <<<<<
13/10/2015 - 06:01

di Pierpaolo Napoli

Come ben sapete nella mia rubrica mi piace raccontare storie, portare esempi e soprattutto far riflettere un po’ su argomenti davvero delicati e importanti. In questo nuovo articolo sarà ancora così, dato che voglio rendervi partecipi di un evento avvenuto nella nostra zona che credo meriti attenzione da parte di tutti noi.

Arci Solidarietà Viterbo, InterCasa Gea San Lorenzo Nuovo, Il casone Graffignano, Gestione Orizzonti Canino, Carpe Diem Orte, enti che si occupano di accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati, hanno organizzato per il giorno 12 e 13 settembre, dalle 15 alle 19, al campo da calcio de La Quercia, un torneo di calcio con gli ospiti delle proprie strutture.

Questo torneo prende il nome di ''Torneo Arcobaleno'': la scelta trova la sua origine nella bandiera della pace e vorrei quindi approfittarne per parlare un po’ dell’origine di quest’ultima. A partire dalla seconda metà del nostro secolo, in più occasioni è capitato che dei movimenti pacifisti creassero o adottassero delle bandiere particolari come simboli.

L’arcobaleno in particolare, essendo un simbolo di pace presso molte civiltà antiche, è stato spesso utilizzato da intellettuali e pacifisti in varie manifestazioni contro la guerra. La bandiera non va confusa con la bandiera arcobaleno del movimento gay, da cui si distingue per il numero e l’ordine dei colori.

Infatti i colori sono sette nella bandiera della pace, con i freddi in alto, sei invece nella bandiera del movimento gay, senza l’azzurro, con i caldi in alto. Un simbolo con cui si intende sottolineare ancora una volta il no al razzismo e, allo stesso tempo, l’importanza di accogliere persone che scappano dai propri paesi a causa di guerre, persecuzioni e violenze.

L’obbiettivo primario però è proprio quello di divertire, unire appunto e far giocare tutti insieme con il sorriso stampato in faccia, senza odio, rancore e senza scontri di alcun tipo come purtroppo siamo abituati a vedere in televisione ogni singolo giorno.

A questi ragazzi basta una partita di calcio per essere felici, noi invece siamo sempre in cerca di qualcosa in più che nemmeno noi sappiamo trovare e ci attacchiamo a futilità inutili, quindi penso proprio che dovremmo prendere esempio da loro piuttosto che giudicarli.

Dopotutto quando qualcuno scappa dalla guerra o dal proprio paese non per scelta ma perché costretto, ha dentro di sé una tristezza incolmabile che lo accompagnerà per il resto della sua vita. Sta a noi aiutarli, stargli vicino, farli sentire a casa loro e dargli lo stesso affetto che diamo a ogni nostro amico o conoscente.

Non accetto che qualcuno invece di fare questo e magari cercare di capirli si mette a puntargli il dito contro, gli scaglia addosso tutti i problemi, le cattiverie, gli insulti e quant’altro senza alcun motivo apparente. Ricordiamoci che sotto questo cielo siamo tutti uguali, vulnerabili, puntini minuscoli che nell’universo nemmeno si vedono e piuttosto che passare tempo a odiarci e fare la guerra tra noi, dovremmo far sì che tutti riescano a vivere la propria vita nella maniera più bella possibile, inseguire i propri sogni e tutto il resto.

La vita è troppo breve per essere sprecata dietro l’odio, prima capiremo questo e prima il mondo diventerà un posto migliore, pensateci. Vi ho dato uno spunto per riflettere, quindi ora lascio a voi ogni conclusione e vi do appuntamento al prossimo articolo.






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