ANNO 14 n° 89
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Viterbese in serie D - Camilli: ''Sono felice, ringrazio mio padre''

VITERBO - (d.s.) E' felice ed è anche commosso. La squadra lo ha portato in trionfo, i tifosi non smettono mai di cantare il suo nome. Ringrazia su padre e non potrebbe essere altrimenti. Vincenzo Camilli racchiude i sogni di una città: tornare nel calcio che conta dalla porta principale perchè come ama spesso ripetere ''alla mia famiglia piace vincere e non partecipare''. Mentre la gente è ancora sul prato, la bandiere sventolano, mentre la ''capolista se ne va'' e abbandona l'Eccellenza c'è il tempo per parlare di quello che è stato della cavalcata che ha traghettato la Viterbese di nuovo nei dilettanti. L'inferno è durato solo un anno e nonostante al Rocchi spiri un vento freddo di tramontana, il cuore è caldo. La festa di giovedì sera non basta per placare la voglia di calcio. 

''Sono felice l'obiettivo era la serie D e l'abbiamo conquistato - dice fiero il figlio del Comandante -. Venire a Viterbo era una grossa responsabilità, la città ha fame di calcio. Adesso godiamoci questa vittoria poi penseremo al futuro''. Il calore della gente, il successo sul campo sono fattori che messi insieme ripagano dei sacrfificie di qualche delusione: ''Il calcio è fatto anche di sacrifici - spiega - è dai momentoi brutti che si vincono i camppionati. Per questo devo ringraziare mio padre che mi ha aiutato che mi ha sorretto quando era necessario e mi è sempre stato vicino''.

Adesso sembra tutto troppo semplice, ma le vittorie non vengono mai da sole. Eppure in questo campionato c'è stato un momento in cui tutto sembrava sfaldarsi. Vincenzo Camilli lo individua nella disfatta contro il Grifone Monteverde: ''C'era una squadra allo sbando, ma grazie alla società e al mister si è creato un bel gruppo fatto di giocatori veri e di uomini veri. Non credevo di arrivare a questo punto a undici lunghezze dal Rieti. Nel calcio si vince con i fatti: per diverse settimane sono stato in silenzio perchè non volevo creare altre pressioni e volevo lasciare tranquilla la squadra''.

Prima della gara la targa ricevuta dal sindaco Michelini: ''La Viterbese è della città e i viterbesi devono sentirsi fortunati quando vedono una famiglia come la nostra all'interno della società''. Ancora non si parla di futuro, ma la frase ''A noi piace vincere e non partecipare'' è l'indizio che ''Il bello Deve ancora venire''.



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