ANNO 14 n° 89
Viterbese attesa finita: si gioca
Dopo centoundici giorni è di nuovo campionato: gialloblu condannati a vincere

di Domenico Savino

VITERBO – Centoundici giorni senza calcio. Tre mesi e mezzo senza vedere un pallone che rotola sul prato verde. L’astinenza è finita. Si ricomincia dopo mille traversie e la discesa in un torneo regionale. Si riparte con una società nuova di zecca, ambizioni di vittoria e di un futuro che si prospetta molto diverso dal recente passato a tinte gialloblu. Si ricomincia con la famiglia Camilli al comando della Viterbese. Quello che sembrava un sogno, i successi che potevano solo essere immaginati, adesso possono diventare un progetto credibile. Tira un’aria nuova a Viterbo. E lo si percepisce non solo dal fresco di questa metà di settembre. Impressioni (e non è solo un titolo di un grandissimo successo della PFM) che stanno diventando il pane quotidiano degli sportivi appassionati di calcio. La discesa in Eccellenza è il pegno da pagare per diventare grandi, la punizione che viene espiata con il sorriso.

E allora finalmente è campionato. Finito il tempo delle prove, degli esperimenti, delle amichevoli senza i punti in palio. Da oggi si fa sul serio perché cambia la prospettiva. Tutto è iniziato in un pomeriggio di caldo afoso a Valentano: i giocatori che arrivano alla spicciolata, il sole a picco che non fa respirare. La navicella è pronta a salpare: destinazione Eccellenza da vincere.

Il timoniere è Claudio Solimina, uno che i mari perigliosi della massima categoria regionale li conosce a memoria. La ciurma è un gruppo di ragazzi affamati chiamati per far diventare quel vascello in una nave da guerra. Da quel momento si è iniziato a scrutare l’orizzonte: sono arrivati i primi scogli da evitare e le prove di tenuta. Una sconfitta in amichevole è servita pere capire cosa non andava e dove era necessario mettere le mani.

Si cambia il centrocampo per scelta e per necessità: via Ingrosso e Palermo, dentro Cerone e Romondini. Si guadagna in esperienza e si prova anche un altro assetto tattico che al momento attuale è il vestito che meglio calza alla Viterbese. La ricchezza dell’organico permette di sperimentare: dal classico 4-4-2 si passa al più moderno 4-2-3-1 per sfruttare la potenza offensiva e la versatilità di alcuni giocatori: spostamenti interni che disegnano un volto diverso alla Viterbese. Cerone è più efficace alle spalle della prima punta; Federici sa giocare anche dieci metri più avanti rispetto alla difesa.

Poi ci sono i più piccoli, ma solo d’età. Perché hanno già capito come comportarsi: arrivano le risposte positive dagli under Giurato e Ghezzi su tutti. Piace l’applicazione di Rausa e Toto che devono sobbarcarsi il duro lavoro sulle fasce, il portiere Cima è sicuro tra i pali, De Vecchis e Faenzi sono due piccoli motorini che mettono a disposizione i loro giovani polmoni. Piccolo impedimento: si fa male Toscano, il bomber, il cecchino infallibile, ma le spalle sono coperte da Pacenza. Passano i giorni e aumenta la sicurezza che quei mari perigliosi possono essere solcati con successo. Ora è il tempo di segnare la prima tappa: si chiama Caninese l’inizio di una lunga serie di 34 isolotti da conquistare prima di arrivare al tesoro. Finalmente si gioca, centoundici giorni dopo.



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