ANNO 14 n° 110
Il tecnico della Viterbese Gregori con il patron Piero Camilli
Viterbese, la prima di Attilio Gregori
Debutto in panchina per il tecnico: serve una scossa, si riparte dal 4-4-1-1

di Domenico Savino

VITERBO - La prima versione della nuova Viterbese guidata da Attilio Gregori. E' il Ladispoli (che fino ad ora ha sempre fermato i gialloblu) a testare la quarta fase della creatura dei Camilli. Dopo Solimina (due volte) e l'interregno di Sergio Pirozzi, tocca all'uomo di Monterotondo dare un volto definitivo ad una squadra che nelle ultime giornate si è sentita già vincitrice, senza poi realmente averlo fatto. Serve una scossa generale, serve che tutti si mettano in discussione per calarsi a giusta ragione nella realtà beffarda del campionato di Eccellenza, che Attilio Gregori conosce bene (lo ha anche vinto con la squadra della sua città).

E allora è necessario ripartire e vivere tutte d'un fiato le restanti dodici giornate: si tratta del lunghissimo rettilineo che porta fino a maggio, al termine del torneo. La Viterbese si presenta comunque in vetta alla classifica con due punti di vantaggio sul Rieti e sette sulla Sorianese. Sabini e cimini si scontrano oggi in una gara da fuori i secondi: che alla lunga potrebbe favorire la Viterbese, a patto che i gialloblu facciano fino in fondo il loro dovere.

Sarà interessante anche l'aspetto psicologico: cioè come la Viterbese reagirà al cambio in panchina. Quando toccò a Pirozzi, fu un 1-1 scialbo contro il Fregene, quando ritornò Solimina fu una vittoria di rigore contro l'Empolitana firmata Cerone. E proprio l'ex Mantova è una delle novità che porta in dote l'avvento di Gregori. L'allenatore vuole metterlo al centro del progetto: una posizione nel cuore dell'azione d'attacco immediatamente alle spalle di Vegnaduzzo per sfruttare l'imprevedibilità di un giocatore tecnicamente dotato, ma molto discontinuo (sia tra una gara e l'altra che durante i novanta minuti).

Sulle motivazioni sta puntando molto Gregori, sulla capacità di rimettersi in gioco nonostante il curriculum e di alcuni componenti della rosa dica altro: un bagno di umiltà mentale, perché a tre mesi dalla fine poco si può fare dal punto di vista tecnico e tattico: ''Non stravolgeremo nulla – spiega il trainer – ho la fortuna di allenare un gruppo che ha tanta qualità e mi permette di scegliere al meglio. C’è la necessità di riprendere il filo interrotto, recuperare continuità e di credere che l’obiettivo sia alla nostra portata mettendoci quelle qualità morali e di cattiveria che sono venute meno''.

Di fronte c'è il Ladispoli: la bestia nera, l'avversario che in un modo o nell'altro è sempre riuscito a frenare i gialloblu. Tra campionato e coppa solo pareggi che in un caso sono costati la panchina a Solimina, nell'altro prima lo spavento nella semifinale di Coppa Italia d'andata, poi il dolce 2-2 che ha portato a Frascati. Il tecnico dei tirrenici Tonino Graniero può contare su un gruppo di ferro che gioca insieme da anni, che si conosce a memoria, che cambia poco lasciandi inalterata l'ossatura di squadra. Probabilmente l'avversario peggiore che poteva incontrare Gregori al suo debutto. Una squadra che contro la Viterbese ha dimostrato di sapersi sempre esaltare. Si tratta comunque della quarta forza del campionato con 37 punti all’attivo e un attacco che ha trovato in Federico Ponzio un terminale decisivo: ''E’ una squadra che corre molto – dice Gregori – ha buone qualità, e soprattutto non deve fare risultato a tutti i costi. Tuttavia molto dipende da quello che faremo noi''.

Le prove settimanali fanno propendere per il 4-4-1-1(o 4-2-3-1 in fase di possesso): c'è da decidere chi saranno i '94: un posto è di Faenzi, l'altro se lo contendono Cima (tra i pali) o Dalmazzi (sarebbe un esordio). Da queste scelte derivano a cascata tutte le altre: Federici si riprende il posto nel cuore della difesa, Rausa e Fè sono gli esterni. Più scontato il centrocampo con Giannone, Pero Nullo e Gubinelli. A Vegnaduzzo le chiavi dell'attacco. Gregori tiene calda la pista del 4-3-3 per irrobustire l’attacco e allo stesso modo proteggere la difesa con un mediano in più.



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