ANNO 14 n° 88
La cittadella della salute di Viterbo
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''Visita'' delle finanza alla sede della Asl, prelevati documenti
Le fiamme gialle, su mandato della Procura, hanno acquisito vari documenti

VITERBO -  Le fiamme gialle, su mandato della Procura della Repubblica, ieri mattina, hanno si sono recate nella cittadella della salute. Scopo della ''visita'' è top secret. Si sa soltanto che i finanzieri si sono trattenuti a lungo negli uffici della direzione generale e ne sono usciti con un voluminoso pacco di documenti.

Gli atti acquisiti riguarderebbero una gara d'appalto espletata diverso tempo fa, probabilmente della maxi inchiesta sulla Asl, sfociata in un processo dagli esiti incerti poiché i reati contestati a vari indagati stanno cadendo in prescrizione di mese in mese.

Secondo quanto si è appreso in ambienti sanitari, l'approfondimento su alcuni aspetti della gara sarebbero stati chiesti dalla stessa Asl che, probabilmente, ha riscontrato delle ''anomalie''.  

In passato, la Asl è finita nei guai proprio per le forniture di servizi. Il caso più clamoroso è quello che portò due volte in cella Ferdinando Selvaggini, 57 anni, ex dirigente del centro elaborazione dati dalla Asl e del suo sodale Massimo Ceccarelli, 56enne, all'epoca delegato per la zona di Viterbo della Telbios spa, società partecipata dalla Telecom Italia. I due finirono dietro sbarre la prima volta nel luglio del 2009: furono ammanettati mentre incassavano una tangente da 15mila euro da Michele Di Mario, socio della Lte srl. In cambio, avrebbero dovuto orientare la scelta della Asl sulla Lte e farla subentrare alla Elecom, un’altra società informatica che già lavorava per l’azienda sanitaria. La Elecom doveva così essere punita per non aver sganciato, come d'accordo, circa 57mila euro, residuo di una tangente più corposa.

Selvaggini e Ceccarelli furono di nuovo arrestati l'11 dicembre 2009. Con loro finì a Mammagialla anche Alfredo Moscaroli, presidente del consiglio d’amministrazione della Isa, una società specializzata in forniture e servizi informatici. Corruzione aggravata e atti contrari ai doveri del proprio ufficio l’accusa contestata loro a vario titolo. Secondo l’accusa Selvaggini affidò con procedura negoziata vari appalti di fornitura e servizi alla Isa, ottenendo in cambio un incarico di consulenza da 165mila euro per la moglie, insegnante di disegno tecnico, tra il 2004 al 2007.

A fare da intermediario tra Selvaggini e Moscaroli era il solito Ceccarelli, ritenuto il collettore delle tangenti. Per l’attività d’intermediazione anche lui incassava tangenti con la stessa modalità: una consulenza da 60mila euro dalla Isa alla moglie (cinquemila euro al mese). Ceccarelli ha ammesso che la moglie non aveva nessuna competenza in materia e che i quattrini erano destinati a lui stesso, per una non meglio specificata prestazione professionale.

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