ANNO 14 n° 89
Via il punto di primo intervento, Paolini bacchetta consiglio dei sindaci per l'Asl

MONTEFIASCONE - (MDL) Qualche mese fa una donna ha partorito al punto di primo intervento dell’ospedale di Montefiascone. Qualche settimana dopo una persona con un attacco di cuore è stata salvata sempre presso lo stesso ppi. Due storie a lieto fine che non sono state sufficienti a scongiurare il declassamento ad ambulatorio.

Una delibera dell’Asl datata 28 dicembre 2018 mette nero su bianco la trasformazione dal punto di primo intervento (Ppi) a presidio ambulatoriale territoriale (Pat) sia a Montefiascone che a Ronciglione. Una delibera che arriva come una doccia gelata sui sindaci che da mesi si stavano battendo per scongiurare questa trasformazione e che in, ogni caso, si aspettavano sarebbe avvenuta entro maggio. Ma la delibera, anche in questo caso, parla chiaro: la trasformazione dovrà avvenire entro febbraio.

La Asl ha dato seguito al decreto ministeriale 70/2015 che, tra l’altro, ridefinisce i criteri organizzativi del ppi alla luce di parametri come il numero degli accessi, non inferiori ai 6000 l’anno. Nei primi otto mesi del 2018 Montefiascone ne ha contati 3130, Ronciglione 2710.

Inoltre “la tipologia di accessi – si legge nella delibera – è assimilabile ad una casistica di bassa complessità e con possibilità di trattamento in un comune ambulatorio medico di cure primarie. A conferma di ciò si rilevano infatti basse percentuali di casi in cui gli accessi ai ppi hanno avuto come esito il trasferimento dei pazienti verso il pronto soccorso di Belcolle (4,87% Ronciglione e 6,10% Montefiascone nei primi otto mesi del 2018)”.

Il presidio ambulatoriale territoriale garantirà un’operatività di dodici ore diurne, dalle 8 alle 20, nei giorni feriali e festivi con la presenza di medici della Asl mentre la copertura delle dodici ore notturne, verrà assicurata in modo integrato dal servizio di continuità assistenziale (guardia medica) e dal servizio di emergenza territoriale (Ares 118).

Il sindaco di Ronciglione, Massimo Paolini, non ci sta. Dopo aver sbattuto i pugni in tutte le sedi in cui si è affrontata la questione, ricorda che a settembre il consiglio comunale aveva approvato una delibera contro tale riorganizzazione e che questa delibera era stata trasmessa al prefetto. Ed è proprio al prefetto che ora torna a fare appello affinché convochi un tavolo per tentare la marcia indietro su questa manovra. Una marcia indietro che auspica anche da parte del Governo. “Quel decreto ministeriale è datato 2015 – dice – all’epoca la sanità nel Lazio era commissariata. Oggi le condizioni sono cambiate, mi auguro che il Governo ritiri quell’atto”.

Paolini, comunque, qualche sassolino dalle scarpe se lo toglie. “Mi meraviglia il Consiglio ristretto dei sindaci della Asl – afferma il primo cittadino di Montefiascone - che non ha mosso un dito. Su questa vicenda non ho letto alcuna dichiarazione. Evidentemente al consiglio ristretto sta bene così. A me, no”.




Facebook Twitter Rss