ANNO 14 n° 89
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Valenza turistica della cinta muraria, confronto tra esperti
L’assessore Laura Allegrini: ''Un patrimonio da tutelare e pubblicizzare. Opera di difesa ma anche di identità e definizione del luogo''

di Annamaria Lupi

VITERBO - Tre chilometri di mura. La nostra città vanta un antico perimetro di pietra che potrebbe diventare un ulteriore attrattore nell’elenco delle bellezze da mettere a disposizione dei turisti.

Il tema è stato al centro di un incontro, promosso dall’assessorato comunale al centro storico e dall’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori di Viterbo e provincia.

Relatori dell’evento molto partecipato, che si è tenuto nella sala Regia di Palazzo dei Priori: Margherita Eichberg, Soprintendente dell’area metropolitana di Roma, provincia di Viterbo ed Etruria meridionale che, insieme alla funzionaria della Soprintendenza Federica Cerroni, è intervenuta su ‘Le mura di Viterbo: cenni storici e possibili prospettive di valorizzazione’ e Renzo Chiovelli, docente de La Sapienza di Roma, su ‘La cinta muraria: dal programma di recupero al restauro, alla valorizzazione’.

A introdurre i lavori il presidente dell’Ordine degli architetti di Viterbo e provincia Silvia Laurenti.

Il titolo dell’evento, ‘Le mura di Viterbo, da opera di difesa ad attrattore turistico’, è stato lo spunto per rivolgere alcune domande all’assessore al centro storico e ai lavori pubblici Laura Allegrini.

“Puntiamo a far conoscere le nostre mura ai viterbesi, o meglio la storia delle mura, perché lavorando in assessorato mi accorgo - spiega - che forse non c’è una corretta valutazione del patrimonio artistico culturale e quindi è opportuno conoscere per difenderlo, per amarlo e per pubblicizzato. In secondo luogo è necessario uno straordinario lavoro di manutenzione perché, non solo da noi ma in tutto il mondo, queste mura che avevano una funzione difensiva, di definizione e di identità del luogo col passare del tempo sono state abbandonate a se stesse e quindi c’è questa necessità di molti fondi per manutenere la cinta muraria. Abbiamo recentemente provveduto a restaurare tre torri, ora si rende necessaria anche la messa in sicurezza di quella davanti all’istituto Savi e procederemo in tal senso. Inoltre esistono dei luoghi, poco conosciuti anche dai viterbesi, che vanno da porta Fiorita a porta Faul dove si dovrebbe effettuare un recupero reale delle mura ancora non visibili a cittadini e turisti”.

La città dei Papi è contornata da tre chilometri di cinta muraria, dimensioni non proprio agevoli quando si ragiona su interventi di recupero e restauro.

“Infatti rispetto ad altre realtà la difficoltà è anche quella della grande quantità di opere necessarie. Certamente con le risorse del Comune non ci si può riuscire ma ci stiamo attivando presso gli enti preposti per poter reperire dei finanziamenti. La nostra idea è comunque di utilizzare quelle attualmente recuperate ed illuminate e fare in modo che siano un reale attrattore turistico. Ci piacerebbe che le mura si potessero circumnavigare per averne la completa visione a cerchio. Attualmente così non è. Credo però che il parcheggio fuori Valle Faul, dove arriveranno i bus turistici, consentirà di aprire la visita alla città partendo dalla visione di una delle porte più belle di Viterbo, appunto porta Faul. Inoltre, anche se è una piccola cosa, la Regione ha finanziato il restauro del sottopasso tra via Marconi e via Emilio Bianchi. Quest’opera prevede una proiezione della Porta Santa, immaginando che un pellegrino della via Francigena arriva a Viterbo, e sui lati del sottopasso troverà dipinte tutte le mura cittadine con le varie porte”.

Il restauro del sottopasso di via Marconi è quindi un intervento finanziato con fondi regionali?

“Si tratta di un’opera che abbiamo trovato già finanziata ma che stiamo contribuendo a migliorare proprio perché abbia un’identità viterbese anche nella iconografia”.

L’obiettivo è dunque inserire in futuri itinerari turistici anche la visita alle mura?

“Certamente sì. Abbiamo presentato anche un progetto in cui si prevede una pista ciclabile interamente attorno alle mura. Cosa non semplice da realizzare, però per alcuni tratti potrebbe anche essere possibile riducendo le aiuole che magari non hanno alcuna funzione. E comunque le mura sono il biglietto da visita di Viterbo e credo vadano intese per fuori ma anche per quello che racchiudono. E tutte le cose più belle della città sono attaccate alle mura. Esistono dei percorsi non sufficientemente esplorati anche dal punto di vista turistico: mi riferisco a tutto il percorso entro le mura che va dalla Rocca Albornoz a Sallupara fino alla Trinità ma anche quello che da porta della Verità arriva alla basilica di Santa Rosa. Quello che c’è tra via Mazzini e le mura è un mondo totalmente inesplorato, sconosciuto e da restaurare, un punto incontaminato di Viterbo da conoscere e valorizzare”.




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