ANNO 14 n° 88
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''Un danno agli imprenditori onesti, un danno alla libera concorrenza''
3 milioni di euro evasi e macchine importate illegalmente, il commento del procuratore capo Paolo Auriemma all'indomani dell'operazione Déjà-vu

VITERBO – ''E’ un grave danno alla comunità, ma prima ancora a tutti quegli imprenditori onesti che vivono e lavorano nel rispetto delle leggi. Importare un’auto senza versare l’Iva e poterla rivendere ad un prezzo ovviamente più basso rispetto al suo valore di mercato, significa inquinare e distorcere il mercato. Inquinare e distorcere la libera concorrenza.’’.

Non usa mezzi termini ed è categorico il procuratore capo Paolo Auriemma all’indomani dell’arresto di sei persone, tra imprenditori e liberi professionisti dediti all’importazione di auto dalla Germania senza versare la regolare Iva allo stato italiano. Un meccanismo ben oliato e organizzato che permetteva, secondo quanto emerso dalle indagini dell’operazione Déjà-vu, di far arrivare in Italia auto da intestare a società fittizie che poi, una volta nel territorio, potevano essere rivendute a terzi senza alcun obbligo di Iva.

Il tutto possibile grazie ai principi che regolano l’Iva comunitaria, per cui la tassa va versata solo nel paese di arrivo del veicolo.

''Importare evadendo l’Iva significa poter vendere a prezzi stracciati, ovviamente più favorevoli all’acquirente, ma del tutto estranei ai valori di mercato – prosegue il procuratore – significa fare del male al paese e alla concorrenza. A tutti quegli imprenditori che, pagando le tasse, non possono stare al passo con i prezzi proposti da questi truffatori’’.

Ma il danno è anche e soprattutto alle casse dello stato: sarebbero 3 i milioni di euro che le sei persone arrestate, tra cui spicca il nome dell’imprenditore Elio Marchetti, avrebbe evaso non versando la regolare Iva. Novanta, invece, le macchine ad oggi poste sotto sequestro dagli inquirenti e che risultano essere state vendute nella concessionaria di via Mainella, a Viterbo.

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