ANNO 14 n° 111
''Un corso di full immersion nel peggio che ci si possa aspettare'
Alfonso Antoniozzi (Viterbo 2020) sull'avvio di legislatura

VITERBO - Riceviamo e pubblichiamo:

''Per uno come me che non fa il politico di professione, queste prime settimane sono sembrate un corso di full immersion nel peggio che ci si possa aspettare quando, proveniendo dalla società civile ed avendo deciso di mettersi a servizio della città, si scopre di essere invece entrati in un meccanismo dove il bene collettivo pare destinato ad occupare gli ultimi posti della lista delle priorità.

Ho innanzitutto visto una giunta comporsi, nell’ultimo giorno utile per la sua presentazione, non secondo i criteri di ciò che è utile alla città ma secondo ciò che è imprescindibile per i partiti che compongono la maggioranza: a sei, a sette, a nove, a otto, ho detto sette e quello sarà, indi finalmente a nove, con un costo morale che mi auguro sia sotto gli occhi di tutti e con uno materiale per le tasche del Comune, quindi nostre, di trecentomila euro.

Un bel regalo di Natale fatto alla politica. Il che mi pare singolarmente appropriato visto che la giunta appena insediata, quanto a parenti amanti mariti mogli e conviventi seduti sulle varie poltrone, ricorda molto da vicino un cenone natalizio a casa mia (con la differenza che da me ci sono molti meno parenti e gli amici sono veri).

Ad officiare il rito c’è un sindaco che fin dal giorno successivo alla sua elezione era in situazione di incompatibilità con la sua carica, essendo stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire per ottantamila euro il Comune che aveva già amministrato in precedenza. Il sindaco, sollecitato dal mio movimento, si è dunque affrettato a versare la somma nelle casse comunali. O almeno così pare, visto che la richiesta di produrre la ricevuta di incasso che abbiamo diretto al Segretario Comunale (unitamente a un suo parere sulla situazione di incompatibilità) è a tutt’oggi rimasta inevasa, contravvenendo all’obbligatorietà della risposta fissata dalla legge in cinque giorni dalla domanda.

In tutto questo restiamo in attesa del primo consiglio comunale, nel corso del quale dovremo con ogni probabilità occuparci della situazione di incompatibilità di un altro consigliere, anch’egli già dichiarato cattivo amministratore dalla Corte dei Conti, da cui le casse comunali aspettano centomila euro.

Come terapia d’urto, per uno che proviene dalla società civile e non dal mondo della politica, direi che non c’è male. Un po’ ovunque mi si chiede che cosa mi aspettassi, e mi si dice che le cose in politica stanno così: se anche fosse, vorrà dire che la presenza in consiglio comunale di qualcuno che è endemicamente esterno a questi meccanismi sarà lì a ricordare che fuori dal palazzo c’è gente che da chi amministra la città e dalla politica si aspettava e si aspetta ben altro''.

Alfonso Antoniozzi, consigliere comunale Viterbo 2020




Facebook Twitter Rss