ANNO 14 n° 89
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Trovato l'accordo tra Deodati e Ciappici

VITERBO – L’incontro per salvare il calcio viterbese di alto livello è andato. Magari non benissimo, ma è andato. Alla faccia di chi non ci credeva, alla faccia di chi scriveva il contrario (ispirato dai soliti, inguaribili, depistatori). Invece, intorno all’ora di pranzo, Angelo Deodati ha accolto nel relax di Villa Sofia il presidente della Flaminia Roberto Ciappici (cioè colui che dovrebbe mettere il titolo sportivo da trasferire nel capoluogo) e, più, tardi, il sindaco Leonardo Michelini. Il quale, nonostante si sia insediato soltanto ieri a Palazzo dei priori, ha già trovato il tempo per ufficializzare la Giunta e poi per immergersi nel periglioso mare del pallone. “Più veloce di così non potevo essere – ha scherzato il nuovo primo cittadino – La Viterbese è un patrimonio della città e anche se il Comune non può certo contribuire a livello economico, può comunque contribuire affinché questa realtà non finisca”. I tifosi lo hanno ascoltato, hanno fatto le loro domande, si sono offerti di dare una mano: “In due mesi abbiamo raccolto diecimila euro con le collette per aiutare la squadra, adesso speriamo che gli imprenditori viterbesi facciano la loro parte”, hanno detto i sostenitori gialloblu.

ACCORDO OK E qui entriamo nell’aspetto tecnico del progetto elaborato da Deodati. Che comprende l’accordo con Ciappici per il trasferimento del titolo da Civita Castellana a Viterbo (già trovato), l’abbinamento con una squadra Figc di Viterbo (va bene anche un titolo di Terza categoria o di calcio a cinque: ci si sta lavorando ma non sembra un problema) e soprattutto il coinvolgimento di qualche imprenditore locale che affianchi Deodati e sposi la causa. E qui casca l’asino. “Io – spiega l’imprenditore di Pisoniano – non sono più quello di vent’anni fa, quello che condusse la Viterbese alla vittoria del campionato e al ritorno in serie C. Anche stavolta ci ho messo la faccia, ma adesso tocca alla città dimostrare il suo interesse. Da solo questa società non la prendo: Viterbo su deve dare una mossa”. L’impressione è che non sia questione di soldi (Deodati ne ha per fare una guerra), semmai di principio, d’immagine e di responsabilità da condividere.

IL RUOLO DEL SINDACO Michelini, dal canto suo, ha assicurato che già da lunedì – perché di mezzo c’è il maledetto week end – cercherà sponde tra gli imprenditori di Federlazio e non solo: “Il tentativo va fatto – ha detto – Ma sia chiaro che io non voglio occuparmi della Viterbese: io faccio il sindaco di questa città, non ho nessuna intenzione di utilizzare politicamente il calcio e la tifoseria, e proprio per rispetto dei tifosi sono stato uno dei pochi candidati a non venire allo stadio durante la campagna elettorale”. A qualcuno, anzi a molti, tra gli eletti e tra i trombati saranno fischiate le orecchie.

CI VEDIAMO MARTEDI’ Morale della favola. Per martedì alle 11, sempre a Villa Sofia, le parti si rincontreranno. Se saranno arrivate le garanzie di altri imprenditori pronti ad affiancare Deodati (“Sono anche disposto a lasciare ad altri la presidenza”, ha offerto), ecco che il piano di salvataggio potrebbe prendere lo slancio giusto. Basterà soltanto trovare un nome nuovo e preparare tutte le carte per la Figc e la Lega, col termine ultimo del 12 luglio. “I giocatori? Quelli li trovi quanti ti pare”, ha aggiunto Deodati, che potrebbe anche aprire un canale privilegiato con la Ternana.

ALTRE VIE E la vecchia Viterbese? E’ un morto che cammina, si aspetta soltanto il funerale. Va anche considerato che l’eventuale fallimento dell’operazione Deodati potrebbe riaprire altre piste. Per esempio quella legata a Piero Camilli (che non è certo una ruota di scorta, va sottolineato) ma che di sicuro sarebbe rapida e facile da seguire sotto l’aspetto burocratico. E che infiammerebbe altrettanto la piazza, se non di più.



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