ANNO 14 n° 116
Tentato furto di auto,
dopo l’obbligo di firma
scatta l’esame del DNA
Due 30enne italiani finiti in manette

VITERBO – Sono stati processati per direttissima davanti al tribunale viterbese, i due italiani fermati lo scorso lunedì a Oriolo Romano, mentre tentavano di rubare un’auto in una zona isolata del paese. Per entrambi, dopo la convalida dell’arresto, è scattato l’obbligo di firma: ogni giorno dovranno presentarsi in caserma e attestare che non abbiano abbandonato il territorio provinciale, in attesa degli sviluppi processuali.

Ma i guai con la giustizia per uno dei due 30enne, colto assieme al compagno in flagranza di reato, sembrano non essere finiti qui.

M.R. dovrà essere sottoposto nei prossimi giorni all’esame del DNA: in questo modo gli uomini dell’arma potranno con maggiore certezza stabilire se l’uomo si sia reso responsabile, in passato, di altri furti o atti illeciti. Un sospetto che affonderebbe le proprie radici nei fascicoli – corposi - a nome dei due imputati. All’interno dei quali non mancano certo notizie di reato: i due, sia il 36enne che il 38enne, sono infatti gravati da numerosissimi precedenti penali.

L’ultimo episodio di cui si sarebbero stati protagonisti, il tentato furto di lunedì scorso a Oriolo Romano. A farli finire in manette, l’allarme lanciato da un passante: l’uomo avrebbe visto i due 30enni aggirarsi con fare sospetto attorno all’auto armati di una punta per trapano. E proprio con questo arnese, i ladri sarebbero riusciti ad aprire la macchina e, una volta a bordo, darsi alla fuga. Sono bastati però pochi minuti di inseguimento perché i carabinieri li raggiungessero e bloccassero.

Dopo il termine a difesa richiesto dall’avvocato dei due italiani, si dovrà attendere ancora qualche tempo prima di tornare in aula.




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