ANNO 14 n° 89
Stefano Pavani incompatibile con il carcere?
È ''parzialmente'' incapace di intendere volere, secondo l'ultima sentenza

Nella foto: Daniele Barchi e Stefano Pavani

VITERBO - (rvtn) Verrà conferito lunedì l'incarico al medico legale per l'autopsia sul corpo di Daniele Barchi, il 42enne trovato cadavere martedì sera nella sua abitazione al civico numero 16 di via Fontanella del Suffragio. Il procuratore capo Paolo Auriemma, che, insieme al pm Stefano D'Arma, è titolare del fascicolo, vuole fare luce sulle cause che hanno portato alla tragica fine dell'uomo originario di Novi Velia e circoscrivere una data, e un'ora, su quello che tutti gli indizi portano a ritenere un omicidio volontario.  

Nell'appartamento della vittima gli uomini della polizia scientifica hanno sequestrato un coltello su cui sono state rinvenute tracce di sangue. L'ipotesi che possa trattarsi dell'arma del delitto sembra però essere stata scartata dagli investigatori: sul corpo del 42enne, infatti, sono stati trovati i chiari segni di una morte violenta, come testimoniano il volto tumefatto, i lividi e le contusioni. Sul cadavere anche numerose ferite che, da un primo esame esterno, sono risultate troppo superficiali per essere considerate tagli da arma bianca. L'esame autoptico, che scioglierà tutti i dubbi sul caso, si dovrebbe svolgere nella stessa giornata di lunedì.

Unico e principale indiziato dell'omicidio resta Stefano Pavani, il 31enne fermato dalla squadra mobile la sera del ritrovamento del corpo di Barchi e su cui penderebbero ''gravi indizi di colpevolezza''. L'uomo, che interrogato dal capo della mobile Marano e dal pm D'Arma si è avvalso della facoltà di non rispondere, si trova attualmente in stato di fermo al carcere Mammagialla. Il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere domani mattina sulla convalida e se applicare eventualmente una misura cautelare coercitiva.

Da quanto si apprende, il 31enne non è nuovo a reati di matrice violenta. Già in passato è stato protagonista di minacce, lesioni e risse. Qualche anno fa, a Corchiano, è stato autore di un'aggressione per futili motivi ai danni di un uomo a cui ha cagionato la perdita di un occhio. Episodio per il quale è stato condannato con una sentenza passata in giudicato dal tribunale di Viterbo.

Una sentenza che lo ha riconosciuto però incapace, ''parzialmente'', di intendere e volere e quindi non del tutto compatibile con il regime carcerario. Secondo indiscrezioni, il Pavani si trovava ricoverato di recente al Spdc (servizio psichiatrico diagnosi e cura) dell'ospedale Belcolle. Struttura da cui però si sarebbe allontanato.

Rimane il mistero anche sul movente dell'omicidio. Le indagini degli inquirenti si starebbero concentrando nel ricostruire i rapporti che intercorrevano tra Pavani e Barchi e sul perché quest'ultimo abbia messo a disposizione del primo il suo monolocale. Voci di piazza raccontano che proprio lì, al civico 16 di via Fontanella del Suffragio, ci sarebbe stato nei giorni scorsi un insolito via vai di coppiette. Al vaglio degli investigatori anche la posizione della fidanzata del 31enne, sentita come persona informata dei fatti ma, ad oggi, non iscritta nel registro degli indagati. 

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