ANNO 14 n° 88
Spaccio di eroina a domicilio
ma in aula nessuno riconosce l'imputato
I testimoni della difesa: ''Mai acquistato da lui, forse un amico di un mio amico...''

VITERBO – Un lavoro quasi. Un’attività parallela con la quale guadagnare tanti soldi facili: lo spaccio di eroina nei più svariati paesi della provincia di Viterbo.

Il sistema sempre lo stesso e ben oliato. Un messaggio per l’ordine, poi la trasferta e la consegna della droga. O, in alcuni casi, anche lo spaccio a domicilio.

Per questo I.B., un giovane originario della Romania, è ora a processo per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Sarebbe stato beccato mentre, proprio fuori il portone di casa riceveva circa 80 euro in cambio di due involucri di eroina.

Ma in aula i testimoni della difesa sembrano pronti a scrivere una nuova verità: ''Io conosco I. perché tempo fa facevo uso di sostanze, ma non ho mai acquistato droga da lui. Forse l’amico di un mio amico di un mio amico. Ma non ne sono certo'' spiega uno di loro.

Una versione totalmente diversa rispetto a quella fornita agli inquirenti, all’indomani dell’arresto del presunto spacciatore nel marzo del 2014, quando, senza la minima esitazione aveva ammesso di aver più volte acquistato l’eroina dal suo conterraneo.

Ed è lo stesso pubblico ministero ad incalzarlo, nella speranza di scoprire la verità: ''Quindi non conferma nulla di quanto dichiarato ai carabinieri?''.

''No, la verità è questa'' risponde lapidario.

A fargli da eco un coetaneo italiano, residente a Bassano in Teverina: ''L’unica volta che ho incontrato I. è perché ho accompagnato un mio amico da lui. sono sceso dalla macchina e ho compiuto materialmente l’acquisto. Ma nulla di più: la droga non l’ho mai toccata. Tantomeno assunta. Cosa ci ho guadagnato? Nulla, i 10 euro della benzina''.

Un rimescolamento in tavolo delle carte che però non fa, per ora, vacillare l’accusa rivolta al giovane: si tornerà in aula a giugno.




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