ANNO 14 n° 114
Signori (Confartigianato): ''La globalizzazione si trasforma in fenomeno socio-economico''

VITERBO - Riceviamo e pubblichiamo da Stefano Signori, presidente Confartigianato Imprese di Viterbo:

Ogni giorno circa mille miliardi di dollari cambiano mano nelle Borse di tutto il mondo senza generare posti di lavoro. Un fenomeno su cui la nostra associazione ha sempre cercato di sensibilizzare la politica e le istituzioni tutte, fin da tempi non sospetti. La cultura dell’economia reale, dell’occupazione e della produzione, hanno infatti sempre contraddistinto la nostra storia.

Il fenomeno della globalizzazione è cominciato nella seconda metà del ‘900 ed ha portato trasformazioni radicali nel mondo. Queste hanno rivoluzionato i settori più disparati (trasporti, telecomunicazioni, telematica, informazione, e-commerce, ecc). Nel campo delle telecomunicazioni le novità furono inizialmente l’utilizzo del satellite e dei fax e per finire alla posta elettronica e agli scambi superveloci scanditi dalla fibra e dalla 4G. Tutte  queste innovazioni hanno permesso una trasmissione delle informazioni sempre più rapida e diffusa, ma soprattutto una copertura quasi totale delle aree.

La rivoluzione nei trasporti ha facilitato gli scambi intermodali, grazie ai supertrasporti e alla supervelocità su rotaia. Quasi tutti i mezzi di collegamento (treni, navi, aerei, metropolitane) sono ora gestiti da reti di computer e reti di satelliti; tutte queste nuove tecniche hanno inoltre agevolato un decentramento produttivo delle imprese.

La mondializzazione dell’economia ha aperto la porta alla globalizzazione della povertà, infatti è in atto un vero e proprio scambio ineguale tra i paesi ''a basso salario'' e i paesi ''ad alta protezione sociale'' e da ciò non possono che derivare distruzioni di posti di lavoro, disoccupazione e povertà.

Sarà permesso dalle nuove regole, dettate dal trio WTO (World Trade Organization), WB (World Bank) e FMI (Fondo Monetario Internazionale), il flusso libero dei capitali, dei beni e dei servizi, ma non dei lavoratori. Nelle società dominate dall’economia di mercato le persone sono state convertite in merci e la manodopera viene valutata in ragione del suo contributo al meccanismo del profitto e della resa – insomma, al mercato come unico riferimento -, togliendo così dignità all’individuo e ponendo al centro della società ''l’uomo moderno''.

Gli Stati del Mondo non hanno ormai più la capacità di opporsi ai mercati e non dispongono dei mezzi per frenare i formidabili flussi dei capitali. Infatti, una volta che le principali potenze economiche dei continenti hanno ottenuto il risultato di creare un mercato comune, agli altri paesi del non è restata altra scelta che quella dell’allineamento. Un numero sempre maggiore di paesi sottosviluppati ha venduto le proprie imprese pubbliche al settore privato, che così sono ormai già proprietà di grandi gruppi multinazionali.

Questi fenomeni di mondializzazione dell’economia e di concentrazione del capitale frantumano la coesione sociale, aggravando dovunque le disuguaglianze economiche, soprattutto tra Stati. Oltre a quella territoriale e a quella internazionale, si aggiunge inoltre una ''terza'' globalizzazione, quella della dimensione spirituale, degli uomini in tutte le sue espressioni, delle libertà e delle uguaglianze. Potremmo dire perciò che la globalizzazione da economica si sta trasformando in un fenomeno socio-economico.




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