ANNO 14 n° 115
Si accoltella per incastrare l’amico
Ma viene scoperto e denunciato per calunnia, alla sbarra 40enne

VITERBO – (b.b.) Con un coltello da cucina si trafigge la coscia sinistra, per poi accusare l’amico di averlo picchiato e aggredito. Ma invece di incastrarlo, finisce sotto processo per calunnia.

Protagonista dell’insolita vicenda un 40enne originario dell’Est Europa e residente a Montefiascone.

Il 3 settembre di diversi anni fa, l’uomo, ''completamente ubriaco e fuori di sé'' come ha sottolineato davanti al giudice Silvia Mattei, il connazionale che lo ospitava in quel periodo, preda di una crisi depressiva si sarebbe chiuso in cucina e preso un coltello affilato se lo sarebbe conficcato nella coscia.

''Nessuno lo ha aggredito, nessuno lo ha picchiato – ha proseguito – siamo intervenuti solo per bloccarlo, perché mica volevamo che si ammazzasse''.

Alla base del folle gesto, per cui poi avrebbe incolpato un amico, beccandosi una denuncia e un processo penale per calunnia, una delusione d’amore.

''Viveva un periodo estremamente difficile della sua vita: era innamorato di una donna che pare lo respingesse. Voleva stare con lei ad ogni costo. Si era depresso per amore. Non mangiava, non si lavava più, fumava e beveva e basta. Passava la sua vita in casa, stordendosi come poteva''.

Ma quella donna, per cui l’imputato perse la testa, di tutto ciò non si sarebbe accorta di nulla: ''Ci siamo frequentati per nemmeno un mese – ammette in aula – ma non c’era niente tra di noi''.

Si tornerà in aula i primi di febbraio per ascoltare gli ultimi testimoni e poi andare a sentenza.




Facebook Twitter Rss