ANNO 14 n° 107
Sgarbi: 'Non voglio essere condiviso da Vettori, non mi piacciono le cose che scrive'

SUTRI - Riceviamo e pubblichiamo da Comunicazione Vittorio Sgarbi:

Al senza testa ex consigliere di maggioranza Vettori, che scrive in libertà credendo che io lo legga(e mi accade solo perché qualcuno mi manda i suoi deliri su Facebook da cui mi proteggo per evitare i depensanti come lui), dico che mi attribuisce ordini e volontà, in merito alla chiusura del centro storico, e mi esorta a confrontarmi con menti deboli come la sua e dei suoi affini, e a condividere piuttosto che ordinare,che io non ho alcuna parte né alcun interesse per questa problematica.Benemerita proposta e applicazione, in un modo o nell'altro, dei suoi ex colleghi di maggioranza che ne intendono la necessità e l'utilità. A tal punto ho condiviso, che ho lasciato completamente a loro di deciderla ,se ne erano convinti, programmarla e organizzarla come volevano,senza chiedere nulla e senza entrare nel merito. La convivenza, o meno ,tra uomini e automobili nel centro storico non mi ha appassionato e non mi appassiona se non in astratto ,e nelle modalità che gli assessori abitanti a Sutri vorranno valutare ,perfino condividendole con Vettori con cui io non voglio condividere nulla. Non mi attribuisca quindi ciò che non è mio, e tantomeno le modalità di applicazione, solo per la delega della firma che ho lasciato al vicesindaco Casini, e di cui non mi preoccupa l'uso anche contraddittorio. Non voglio essere compreso e condiviso neanche per sbaglio da Vettori, non mi piacciono le cose che scrive e le cose che pensa. Gli comunico però che,seguendo il pensiero di molti abitanti intelligenti, con cui mi sono misurato, la mia unica decisione in merito alla circolazione, ostinatamente perseguita, è il ripristino del senso di marcia all'entrata di Sutri,con il piccolo guadagno di un centinaio di metri di percorso pedonale, senza nulla mutare ma semplicemente 'invertendo'la percezione degli abitanti in anni di perversione politica. Nient'altro. Ma capisco che la sua mente, surriscaldata per il troppo uso in cause inutili, non mi attribuisca ciò che è mio,e perda tempo a criticare ciò che è 'loro'.




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