ANNO 14 n° 109
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Sempre una gloria artistica:Sebastiano del Piombo
di Andrea Stefano Marini Balestra

VITERBO - Noi viterbesi abbiamo sempre conosciuto Sebastiano del Piombo, alias di Sebastiano Luciani, veneziano, cosi soprannominato perché in età matura ebbe l’incarico di bollatore pontificio, perché “La Pietà”, riconosciuta sua miglior opera è conservata nel nostro Museo civico dopo il trasferimento dalla Chiesa di San Francesco cui il committente Giovanni Botondi l’aveva destinata.

Da sempre ci è stato insegnato che la pittura di Bastiano del Piombo era ispirata alle opere del Mantegna e che fu antesignano del Caravaggio per la drammaticità del disegno, le luci tenebrose della pittura, ma mai che le figure fossero di “origine” michelangiolesche.

Non fu mistero la sua amicizia romana con il grande Michelengelo.

Scrisse di Del Piombo Pietro l’Aretino in maniera critica già nel 1557 che Bastiano si “vestiva dell’altrui piume” essendo le sue pitture a disegno di Michelangelo.

Nel convegno di sabato 27 a Viterbo, massimi esponenti della Storia dell’Arte e tecnici della critica pittorica, hanno dimostrato, proprio dallo studio del retro della tela usata da Sebastiano del Piombo, oggi resa possibile da attuali mezzi tecnici, che ivi compaiono disegni certamente provenienti dalla mirabile mano del Buonarroti.

L’analisi comparativa di questi disegni porta con certezza alla attribuzione di Michelangelo degli schizzi leggibili e precisamente: la posizione della mani della Vergine nella “Pietà” di del Piombo che sono simili ad uno studio di torso maschile, cosi come il drappeggio per figura seduta e sdraiata che poi si ritroveranno in “definitivo” nei dipinti della Cappella Sistina.

E’ provato quindi che l’opera massima del nostro Bastiano fu realizzata con la collaborazione di Michelangelo. A lui il “cartone” del disegno, ma certamente la pittura del “Nostro” in quanto gli elementi stilistici del colore nella “Pietà” sono presenti nelle molte altre opere realizzate dallo stesso Del Piombo.

Quindi nulla si vuol togliere alla sua gloria artistica, anzi, proprio la considerazione di lui tenuta da Michelangelo, conferma la eccezionalità dell’artista.

Non credo che il Buonarroti possa aver avuto rapporti artistici con autori di “croste”.

Questi i temi che sono stati trattati nel Convegno a Viterbo da Claudio Crescentini, Antonio Rocca, Lorenza d’Alessandro, Marco Bussagli e Claudio Strinati alla presenza di un attento e numeroso uditorio.

Ma lo sapete perché i Viterbesi amano la Pietà di Sebastiano del Piombo ?

Perché nello sfondo al di sotto della pallida luna compare il paesaggio termale di Viterbo.

Anche Sebastiano del Piombo, insieme a Dante e milioni di viaggiatori sulla Cassia da oltre due millenni sono rimasti rapiti dalla visione del Bulicame, mentre a noi, nel terzo millennio, questa visione ci viene impedita.

Come è stato bravo l’Assessore alla cultura ad ospitare nella nostra Città un importante convegno d’arte, vedremo se sarà altrettanto bravo a riaprire il parco del Bulicame e ridargli le sue acque.

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