ANNO 14 n° 110
''Ricerca e tutoraggio
le nuove sfide del 2017''
Il rettore Ruggieri commenta la classifica del Sole24ore

VITERBO - L'Università degli studi della Tuscia si conferma nella top 20 degli atenei italiani e punta su un servizio di tutoraggio alle matricole e sui nuovi talenti della ricerca per crescere ancora e scalare le classifiche.

''Essere al 18esimo posto in Italia per una piccola università non è un risultato da poco - ammette il rettore Alessandro Ruggieri -. Dal ministero erano già trapelati alcuni dei dati che il Sole 24 ore utilizza per stilare la sua classifica, ma le pagelle del giornale economico sono state lo stesso una bella soddisfazione. Siamo la prima università del Lazio, dietro agli atenei del Nord e tra le piccole università dell'Italia Centrale abbiamo un ottimo piazzamento''.

Per l'Unitus la classifica del Sole 24 ore ha un'importanza non da poco visto che le famiglie, al momento della scelta dell'ateneo, si basano anche su queste valutazioni. Un voto in più quindi vale come oro.

Ruggieri si gode il risultato per l'anno 2016 e continua nella sua politica dei piccoli passi, lenti e costanti verso l'eccellenza.

''Ogni anno, cerchiamo con le nostre risorse di fare un investimento per offrire un servizio in più ai nostri studenti. Ogni sforzo è in questa direzione'' assicura il rettore che per il 2017 ha almeno due grandi obiettivi da centrare.

''Vogliamo continuare a lavorare per migliorare l'aspetto della ricerca, mantenendo un livello alto' sottolinea. Da qui un'attenzione forte ai giovani talenti, su cui vale la pena investire.

Infine la didattica. ''Possiamo migliorare e negli ultimi senati ci siamo mossi in questa direzione. Sono troppi gli studenti che si perdono dopo il primo anno. Ecco perché abbiamo deciso di investire sul tutoraggio per aiutare studenti e famiglie'' puntualizza.

Sono allo studio interventi di tipo finanziario per sostenere chi fatica a trovare la sua strada all'università e impedire che getti la spugna troppo presto.

Insomma, per Ruggieri bisogna scommettere sui nuovi talenti della ricerca e sostenere chi invece rischia di rimanere indietro e di perdersi. Piccoli passi ma sempre in avanti. Solo così si potrà fare grande l'Università degli studi della Tuscia.




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