ANNO 14 n° 89
Quarantenni ''adescano'' pensionato,
gli scuciono 90mila euro e lo ricattano
A processo per tentata estorsione due donne originarie dei castelli romani

VITERBO – Lo avrebbero adescato con le più banali scuse, poi una volta certe di averlo nella loro rete, gli avrebbero scucito somme di denaro elevatissime tanto da mandarlo sul lastrico.

Per un totale di circa 90 mila euro.

Secondo quanto riferito dall’uomo alla polizia al momento della denuncia, gli avrebbero promesso compagnia e guadagni facili. Talmente facili, da spingerlo ad investire dapprima 60 mila euro, poi altre esigue cifre che si sarebbe fatto prestare addirittura dai consuoceri.

Soldi spariti nel nulla nel giro di pochissimo tempo. Che hanno lasciato spazio alle minacce: ''Ora se non vuoi che diciamo tutto a tua moglie e alla tua famiglia devi darci altri 15 mila euro'', avrebbero detto all’uomo.

A capo di questo presunto tentativo di estorsione, due donne, entrambe originarie dei castelli romani. La più giovane, classe 1973, di Marino, la socia, classe 1963, di Ariccia.

Rinviate a giudizio ieri mattina dal giudice per le udienze preliminari Rita Cialoni, dovranno presentarsi in aula a maggio del 2019. Così come l’uomo, parte offesa, rappresentato dall’avvocato Luigi Mancini.

Entrambe rispondono di tentata estorsione in concorso: secondo il pubblico ministero Chiara Capezzuto, avrebbero messo in atto un vero e proprio piano criminoso contro l’uomo. Circuendolo fisicamente e psicologicamente. ''Tu sei il prescelto'' gli avrebbero più volte ripetuto. Una convinzione che avrebbe spinto il 60enne viterbese a fidarsi delle due donne e a dar loro le somme che desideravano.




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