ANNO 14 n° 116
Petizione per ultimare
la canonizzazione
di Santa Rosa
E' stata lanciata dal centro studi

VITERBO – ''Firma la petizione per santa Rosa patrona degli studiosi non strutturati''. Questo l’appello lanciato dal sito ufficiale del Centro studi santa Rosa da Viterbo (http://www.centrostudisantarosa.org), presieduto dal professor Alessandro Finzi.

Ma chi sono i cosiddetti studiosi non strutturati? E perché santa Rosa dovrebbe essere nominata loro protettrice? Beh, un nesso logico c’è eccome. I non strutturati, oltre 200 in Italia, pur essendo risultati idonei nei concorsi per professori universitari di prima e seconda fascia, non sono compresi nei ruoli del personale docente. Santa Rosa, ha visto naufragare i due processi di canonizzazione aperti nei suoi confronti, il primo disposto da papa Innocenzo IV nel 1252, subito dopo la sua morte, e il secondo da Callisto III nel 1457. Entrambi sono stati infatti sospesi. Quello del 1252, secondo alcuni storici, non sarebbe addirittura mai iniziato.

E ancora: gli studiosi non strutturati svolgono da anni attività di ricerca e d’insegnamento senza essere di ruolo; il nome di santa Rosa è stato inserito nel Martirologio romano (una sorta di ufficio del registro dei santi) fin dal 1583, ma non avuto mai una canonizzazione solenne da parte della Chiesa, nonostante sia stata sempre venerata come tale non solo dai viterbesi, ma anche da papi, cardinali e imperatori. Insomma, sia gli studiosi non strutturati che santa Rosa sono in qualche misura ''precari'' pur svolgendo egregiamente i propri ruoli.

Ed è proprio questo il parallelo che ha indotto gli studiosi non strutturati a chiedere di essere posti sotto la sua protezione. ''Santa Rosa – spiega il sito del Centro studi a lei dedicato - non fu accettata in vita nel monastero delle Damianite e in morte non fu mai definitivamente iscritta al catalogo dei santi, eppure il suo corpo è tuttora conservato nel santuario delle Clarisse di Viterbo e tutti - papi e i fedeli - la venerano come santa nel mondo intero. Rosa – aggiungono - è il simbolo di coloro che pur non strutturati all'interno di un'istituzione sono riusciti a raggiungere i loro scopi. Chi, dunque, meglio di lei può essere la rappresentante e la patrona di tutti gli studiosi, giovani e meno giovani, che pur non inseriti in istituzioni culturali e scientifiche riescono a coltivare la loro passione per la ricerca e ad apportare rilevanti novità per il mondo scientifico?''.

Se santa Rosa potrebbe ''aiutare'' gli studiosi non strutturati a entrare nei ruoli dei docenti universitari, questi ultimi cosa potrebbero fare per lei? La risposta è in qualche modo sorprendente ed è di certo destinata ad ottenere un grande consenso a Viterbo e non solo: far riprendere e portare a termine il processo di canonizzazione.

''L’idea di raggruppare gli studiosi non strutturati intorno a questa iniziativa – spiega Filippo Sedda, segretario del centro studi, anch'egli non strutturato – ci è venuta alcuni mesi orsono. Qualora l’iniziativa riuscisse, come auspichiamo, a coinvolgere un certo numero di persone, la potremmo proporre alla curia e ad altre istituzioni ecclesiastiche''.

Il Centro studi ha già costituito due comitati, uno scientifico e l’altro di garanzia, di cui fanno parte nomi di primo livello del mondo accademico e non solo: si va Luciano Osbat ad Alfio Cortenesi; da Giovan Battista Sguario a don Fortunato Frezza, biblista di fama internazionale e segretario del Sinodo dei vescovi; da Sergio Pagano, prefetto dell’archivio segreto di San Pietro a Massimo Miglio, presidente dell’Istituto storico italiano per il medioevo. Ci sono inoltre docenti delle università di Firenze, Macerata, Perugia e Milano e di tre atenei romani: Gregoriana, La Sapienza, Pontificio Ateneo Antonianum.

''Sia chiaro – sottolinea Sedda – nessuno di noi mette in dubbio la santità di Rosa. Ma vorremmo che venisse sancita in modo ufficiale e solenne''.




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