ANNO 14 n° 88
Paolo racconta in aula la sua veritā
Questa mattina davanti al gip l'incidente probatorio

VITERBO - Un incidente probatorio per fermare su carta la sua versione, per fare in modo che il tempo non cancelli i ricordi ancora nitidi della notte del 12 febbraio scorso, quando Paolo venne aggredito a Vignanello all'uscita di una nota pizzeria del paese da un gruppo di ragazzi appartenenti presumibilmente all'estrema destra viterbese.

Sei in tutto gli indagati, tre minorenni, dei quali si sta occupando il tribunale romano competente e tre maggiorenni, tra cui Jacopo Polidori, il presidente della sezione CasaPound Cimini ai domiciliari dallo scorso 3 marzo.

Ad essere ascoltati questa mattina dal giudice per le indagini preliminari Savina Poli, in un'udienza a porte blindate, la vittima, finita in ospedale con il naso rotto e la schiena martoriato dai colpi di una cinta e suo cugino, testimone oculare dell'aggressione.

Davanti al loro avvocato, Clementina Bracci, avrebbero confermato quanto già dichiarato agli inquirenti all'indomani dell'accaduto: per colpa di un post satirico pubblicato su Facebook contro il movimento politico di estrema destra, Paolo sarebbe stato dapprima avvicinato all'uscita del locale, strattonato, poi rincorso e infine preso a pugni e cinghiate da un gruppo di ragazzi, forse guidati da Polidori. Una vendetta, questa, messa a segno per motivi politici e ''come mero pretesto per dare sfogo ad un impulso criminale'', come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare a firma del gip Poli. Stesso gip, che ancora oggi non si è pronunciato in merito all'istanza di scarcerazione presentata dal legale di Jacopo Polidori. Né lei, né il Riesame, al quale gli stessi si erano appellati per la sospensione della misura o un suo alleggerimento.



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