ANNO 14 n° 110
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Il rendering della piazza antistante Palazzo Di Vico
Palazzo Di Vico torna a nuova vita
Il pianoterra a recupero ultimato ospiterà l'Ordine degli architetti

VITERBO - Giovanni Di Vico: chi era costui? Un personaggio niente male che visse fino al 1366 (data certa della morte, mentre nulla si sa di preciso della data di nascita): ghibellino, prefetto di Roma, signore di Viterbo, Civitavecchia, Orvieto, Terni, Narni, Tuscania... Di lui si conoscono bene i continui contrasti con la Chiesa, seguiti da altrettanto frequenti riappacificazioni per poi tornare subito dopo alle armi. Spregiudicato, controcorrente, amante del potere e della vita avventurosa. Narrano le cronache che nel 1332, insieme al fratello Faziolo, a Sutri fece atto di sottomissione al legato pontificio Filippo di Cambarlhac: immediatamente dopo il figlio Francesco si ammalò gravemente e Giovanni fece il voto di fargli prendere il saio francescano in caso di guarigione. Tuttavia, gli amici lo convinsero a cambiare parere e gli fecero promettere la somma di 500 ducati al convento di San Francesco di Viterbo e la costruzione di una nuova porta per la chiesa. E il voto si dissolse in un attimo. Si racconta che morì a seguito di una congiura, dopo essere stato dichiarato contumace dalla Chiesa.

Si deve a questo signore medievale la costruzione di un palazzo che sorge in un punto nevralgico della Viterbo che fu: la Piazza Nuova (originariamente Platea Nova), vera e propria cerniera tra il centro del potere civile di Viterbo (Piazza del Gesù, sede in età medievale degli uffici del Comune) e quello del potere religioso (Colle del Duomo, con la Cattedrale, e il complesso Palazzo Vescovile - Palazzo Papale). Palazzo Di Vico, appunto, che sarebbe stato distrutto nel 1243 insieme alla fontana, nel corso di uno dei numerosi conflitti che opponevano le fazioni cittadine, ma sarebbe stato ricostruito pochi anni dopo. L'intervento di ristrutturazione dell'edificio, soprattutto la parte nascosta e la piazza antistante, rientra in uno dei progetti Plus che furono decisi dalla giunta Marini e portati avanti dall'attuale amministrazione comunale: valore complessivo circa 13 milioni di euro, 600mila dei quali riservati appunto a quella costruzioni. I lavori stanno andando avanti e stanno permettendo di riscoprire una serie di gallerie sotterranee che, al termine degli interventi, entreranno a far parte del patrimonio (consistente, ma ancora in larga parte inesplorato) della Viterbo sotterranea. ''La parte al piano terra della costruzione - spiega l'assessore ai lavori pubblici, Alvaro Ricci - sarà molto probabilmente utilizzata per la sede dell'ordine degli architetti, mentre la zona superiore è riservata all'edilizia residenziale pubblica''.

Un intervento di abbassamento del livello stradale di tre metri e mezzo ha permesso di riportare alla luce una parte del palazzo, rimasto sepolto nel corso dei secoli, per realizzare una piazza pavimentata in peperino, un’area verde con alberi e panchine e ripristinando la muratura preesistente. Inoltre sarà poi possibile passare attraverso una gradinata del palazzo, da via dei Pellegrini a via Sant’Antonio. Inoltre, il recupero della piazza medievale permetterà di ripristinare il collegamento pedonale originario tra il colle del Duomo e la sottostante Valle di Faul, attraverso un sistema di piazze che consentirà l’accesso a via dei Pellegrini ed a piazza del Gesù. Ciò favorirà un sempre maggior utilizzo dei servizi presenti nel centro storico. L'intervento prevede inoltre la riqualificazione di una porzione delle cantine del Palazzo, per fini turistici e culturali.



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