ANNO 14 n° 111
Onorari, avvocatessa nei guai per falso
Aveva giurato di non aver percepito soldi dalla cliente ma il giudice le dą torto

VITERBO - Porta in tribunale la cliente che a suo dire non le avrebbe saldato gli onorari, ma a sua volta viene citata dalla stessa, davanti al giudice monocratico che la condanna per falso giuramento. A finire nei guai un’avvocatessa di Viterbo, G.A., di 54 anni condannata a 4 mesi di reclusione, pena sospesa, e al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni morali della parte civile.

Tutto parte nel 2013 quando l’avvocatessa promuove in sede civile un procedimento per il riconoscimento degli onorari a lei dovuti dalla cliente per la quale aveva curato una serie di pratiche legali. Nell’udienza del 14 febbraio del 2013 la stessa giura di non aver ricevuto alcuna somma per l’attività professionale svolta e in particolare di non aver ricevuto mai la somma in contanti di 8000 euro per la stesse attività.

Ma al processo, instaurato a suo carico, risulta un’altra verità. Il giudice, sentiti diversi testimoni, dà torto al legale. Tra le persone ascoltate c’è la stessa cliente che dice di aver consegnato all’avvocatessa 5000 euro in contanti nei locali del tribunale.

Ma la testimonianza chiave per il giudice è quella dell’ex marito dell’avvocatessa, avvocato a sua volta. ''La modalità di pagamento era prevista in contanti e a nero nel senso che era previsto che non si facessero nessuna fattura'', ha dichiarato l'uomo che ''ha affermato senza incertezza – scrive il giudice nella sentenza - che la signora S. versò a titolo di onorario 8000 euro all’avvocatessa''.

La testimonianza dell’uomo è considerata attendibile nonostante la difesa della stessa avvocatessa abbia sminuito il valore di questa testimonianza. ''Non è ipotizzabile – scrive il giudice – che un avvocato esperto comprometta la propria reputazione solo per danneggiare il coniuge''. Da qui la condanna per l'avvocatessa.




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