ANNO 14 n° 88
Foto successiva
''Noi, quelli traditi da Camilli''
La cordata romana in una conferenza lampo attacca il patron della Viterbese

VITERBO – C’è un nuovo capitolo nella storia infinita della cessione della Viterbese Castrense. Dopo l’annuncio di ieri del presidente Camilli di non vendere la società alla ormai famosa cordata romana, l’avvocato Luca Tilia che ha seguito legalmente la vicenda per il gruppo di acquirenti, ha convocato in fretta e furia una conferenza stampa presso il Balletti Park Hotel di Viterbo.

''Volevamo venire a Viterbo a fare calcio perché è una piazza tranquilla e nella quale credevamo di poter portare avanti un progetto'' sono state queste le parole con le quali l'avvocato ha iniziato a raccontare per filo e per segno la sua versione dei fatti su quanto accaduto nelle contrattazioni con Piero Camilli.

''Essendo molto interessati all’acquisizione della società, abbiamo accettato di seguire tutte le condizioni dettate dal dottor Camilli. Ci siamo visti ad Acquapendente da lui alcuni giorni prima con l’avvocato di Camilli, ma il presidente ci aveva già detto di presentarci solo se avevamo realmente i soldi. Così, anche per fare questo contratto preliminare, abbiamo scelto di fidarci in tutto e per tutto di lui, convinti della serietà e della professionalità di un personaggio importante a livello nazionale. Come è possibile vedere dai documenti che abbiamo consegnato, portiamo nelle mani del presidente Camilli 150.000 euro di assegni circolari, a pagamento delle quote del 100% della Viterbese Castrense. Il Presidente ha richiesto che venga pagata per intero la quota prima di andare dal notaio, in fase di compromesso. E’ rimasta da scambiare solo la fidejussione e Camilli ha giustamente richiesto indietro i 35000 euro per l’iscrizione al campionato di serie C, ma insiste per averli entro poco tempo: il termine fissato era il 17 luglio''.

Da questo termine sono iniziati i problemi. Luca Tilia ha spiegato come non sia facile riuscire ad ottenere in cosi poco tempo il cambio della fideiussione. ''Abbiamo chiesto a Camilli di ritardare di qualche giorno il termine, visto che la società era già iscritta. Ma lui non ha voluto saperne, dicendo che doveva andare in vacanza e che voleva togliersi questa società – ha continuato a dire l’avvocato –. Abbiamo iniziato a sentire un broker che ci ha consigliato la Argo Global, una tra le società più spendibili in Lega Pro. In virtù delle leggi anti riciclaggio, solo Camilli poteva corrispondere i soldi alla Argo attraverso un conto corrente della Viterbese, così abbiamo consegnato al presidente altri 35.000 euro per effettuare il nuovo bonifico non appena pronti i documenti''.

Poi, nella versione dell’avvocato, è accaduto un fatto difficile da prevedere: la Argo è stata inserita nelle lista delle società non gradite alla lega. ''Abbiamo chiesto al presidente di attendere qualche giorno extra per poter trovare una nuova compagnia, visto che avevamo già pagato l’intera quota societaria. Nella giornata di ieri avevamo tutti i documenti pronti, così abbiamo chiamato Camilli per fare il bonifico con i 35.000 euro che gli avevamo già inviato precedentemente, ma la sua risposta è stata: 'Io non faccio nessun bonifico' ed ha continuato a sbottare al telefono anche davanti al direttore della banca''.

Tilia ha poi concluso spiegando come si senta ''triste'' di fronte a vicende come questa. ''Nonostante tutto la nostra volontà è ancora quella di chiudere la trattativa. Purtroppo non ho notizie dal loro avvocato, quindi sto pensando di querelare Camilli. Inoltre bloccherò le quote alla camera di commercio locale per accertarmi di poter avere indietro il denaro. Mi sentro triste di fronte a questa situazione perché abbiamo dato fiducia ad un sindaco di uno dei settemila comuni italiani ed il minimo che ci si possa aspettare è che abbia il pudore e la dignità di mantenere la parola data. Altrimenti saremo pronti a perseguirlo in tutte le sedi legali. Ma a questo punto mi domando e vi domando: a cosa siamo davanti?''.




Facebook Twitter Rss