ANNO 14 n° 89
Negozi con uscite
di emergenza chiuse
con il lucchetto
La segnalazione di un lettore

Riceviamo e pubblichiamo da Fausto Ermini

VITERBO - Solo un ''matto delle barzellette'', uno di quelli anteriori alla Legge Basaglia, penserebbe oggi di mettere un lucchetto all'uscita di emergenza. Accade invece con stupore nel 2017 a Viterbo.

Purtroppo non è il caso isolato e stravagante del ''matto'' di turno.

E' un episodio frequente che indirettamente contribuisce a lanciare il messaggio subliminale che un comportamento sicuramente illogico, pericolosissimo e fuori legge sia in realtà ''normale''.

Basta fare un giro presso medie e grandi strutture di vendita per trovare uscite di emergenza chiuse con robusti lucchetti, a volte addirittura fasciate da catenoni a prova di qualsiasi ariete medioevale d'assalto.

Ne trovi almeno due al Poggino, una verso l'imbocco della superstrada, una al ''Città dei Papi'' e altre, saltate per non citare luoghi specifici.

Da un lato si possono capire le motivazioni commerciali di evitare uscite o entrate senza pagare. Ma qualsiasi problema è risolvibile con porte allarmate, con telecamere, con fascette leggere di plastica, con mille altri accorgimenti ormai a prezzi più che accessibili se non irrisori.

Il valore di gran lunga prioritario è la sicurezza e la vita di tante persone, da non mettere a rischio se costrette ad un' eventuale uscita improvvisa e precipitosa. Basti pensare ad un principio d'incendio, ad una scossetta di terremoto purtroppo frequente in questo periodo, ad un qualsiasi esaltato che si metta a gridare ''Allah akbar'' come è successo nei giorni scorsi al Riello.

Senza interventi ufficiali, chiunque dovrebbe a questo punto rendersi conto che mettere un lucchetto anche ad una sola uscita di emergenza è un comportamento veramente da ''matti''.




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