VITERBO – (b.b.) Ospitarono in casa i due giovanissimi killer della camorra che il 5 febbraio 2016 freddarono con un colpo di pistola in testa il 18enne Vincenzo Amendola, a processo.
Devono rispondere di favoreggiamento i tre proprietari di un casolare nelle campagne viterbesi, in cui nel marzo dello stesso anno gli uomini della squadra mobile guidati da Fabio Zampaglione scovarono e arrestarono i due super ricercati di Napoli.
È partito ieri mattina, di fronte al collegio del tribunale viterbese presieduto dal giudice Gaetano Mautone il processo a loro carico: si tratta di tre uomini di origine partenopea, parenti dei due 23enni arrestati per omicidio e occultamento di cadavere.
Dopo aver sparato in testa ad Amendola, Giovanni Tabasco e Gaetano Formicola sotterrarono il corpo in un terreno nel quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio. Poi si diedero alla fuga, arrivando fino a Viterbo.
Qui, secondo quanto contestato dalla Procura, vennero ospitati e nascosti alle forze dell’ordine da tre uomini ora alla sbarra. Tutti devono rispondere ora di favoreggiamento, rischiando una condanna fino a quattro anni di carcere.
Il processo entrerà nel vivo il 6 febbraio con i primi testimoni dell'accusa.