ANNO 14 n° 89
Musicoterapia alla terapia intensiva di Belcolle
Negli ambienti verrą diffusa musica adattata ai pazienti ricoverati

VITERBO - Dalla scorsa settimana presso la terapia intensiva dell’ospedale di Belcolle è operativo il progetto di musicoterapia “Un filo in musica” che, attraverso un sistema professionale di filodiffusione, diffonde negli ambienti musica adattata ai pazienti ricoverati, con una riproduzione in continuo per 50 minuti ogni ora, per un lasso di tempo di 15 ore ogni giorno, seguendo specifiche fasce orarie.

Il progetto di musicoterapia è parte integrante dello studio “Intensiva 2”, per la valutazione dell’efficacia di un intervento multifattoriale nel miglioramento dei processi di comunicazione tra i pazienti e i familiari, al quale la Terapia intensiva di Belcolle partecipa dal 2017

In questa fase dello studio, i centri partecipanti, tra questi Viterbo, hanno iniziato a utilizzare la musicoterapia per migliorare il benessere dei pazienti critici, valutando l’eventuale riduzione di utilizzo di farmaci analgesici, sedativi, ansiolitici e antipsicotici somministrati.

“La musicoterapia – spiega il direttore del Dipartimento di Emergenza e accettazione, Alberico Paoletti - è una disciplina con finalità preventive, riabilitative e terapeutiche che viene impiegata sempre più frequentemente in ambito ospedaliero e i cui effetti sono ormai riconosciuti in diversi settori clinici. La musica è da tempo considerata un utile ausilio alle terapie perché attiva una stimolazione multisensoriale, relazionale, emozionale e cognitiva che consente di ottenere un maggior beneficio dalle cure. Recenti studi hanno dimostrato gli effetti benefici sui pazienti ricoverati in terapia Intensiva legati alla limitazione dello stress delle cure, ma anche, e soprattutto, attraverso l’attivazione di forme di comunicazione alternative con coloro che vivono in una condizione di isolamento. Da questo punto di vista, la musicoterapia può aiutare ad attivare e a sviluppare quelle potenziali funzioni residue ancora in possesso del paziente per consentirgli di comunicare in modo alternativo, ottenendo miglioramenti sensibili nella sfera affettiva e motivazionale”.

“Il progetto che abbiamo avviato a Belcolle – aggiunge il direttore generale della Asl di Viterbo, Daniela Donetti – ha il fine di migliorare la qualità della vita delle persone ricoverate in un ambiente molto particolare e difficile, come la terapia intensiva. È, inoltre, un passo in avanti nell’organizzazione di un ospedale capace sì di erogare prestazioni tecnologicamente avanzate, ma anche in grado di valorizzare il rapporto tra professionista e paziente e di tutelare le esigenze relazionali di quest’ultimo con i suoi cari e con l’ambiente esterno. Il confronto e il dialogo continuo con i pazienti e con i parenti, per i quali abbiamo anche elaborato del materiale formativo e informativo, sono aspetti determinanti, specialmente in questi frangenti, per affrontare il difficile cammino di comprensione della sofferenza e della malattia”.




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