ANNO 14 n° 107
Minacce a un imprenditore, condannati
3 anni e 4 mesi di reclusione a due fratelli per estorsione in concorso

VITERBO - Minacciano di dare fuoco al deposito di un imprenditore, condannati due fratelli a 3 anni e 4 mesi di reclusione. Per i rei, finiti a processo per il reato di estorsione in concorso, il tribunale penale di Viterbo ha stabilito anche il pagamento delle spese processuali, il risarcimento della vittima - in sede civile - e una provvisionale di 10mila euro.

La vicenda risale al 2011 quando i due fratelli, costruttori, ottengono da una ditta di Civitavecchia i lavori per un centro commerciale che subappaltano all'impresa edile del 54enne viterbese. Gli accordi tra le parti prevedono che in cambio dei lavori di copertura dell'edificio - dal valore di 35mila euro - l'imprenditore riceva un camion. Accordo rispettato e mezzo regolarmente consegnato. Tutto secondo i patti, fino a quel momento.

La storia prende la strada delle aule giudiziarie quando i due affidano al viterbese anche i lavori per gli impianti elettrici del centro commerciale, per circa 30mila euro. L'imprenditore, a lavori ultimati, chiede questa volta di essere pagato. La coppia però non è dello stesso avviso. Durante un incontro in un bar sulla Teverina, i due si presentano dal 54enne con una cambiale di soli 10mila euro pretendendo, in cambio, la restituzione immediata del camion con la minaccia di incendiare ufficio e deposito in caso di mancata riconsegna.

L'imprenditore, spaventato, non ha potuto fare altro che restituire il veicolo e denunciare l'accaduto alle forze dell'ordine. Camion perso e i 65mila euro (totali) dei lavori spariti per sempre. A fare giustizia, oggi, la sentenza del tribunale di Viterbo.




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