ANNO 14 n° 88
''Mi auguro che tu muoia presto''
Le minacce del giornalista Paolo Gianlorenzo al senatore Francesco Battistoni: ''Io, un nemico scomodo da distruggere''

VITERBO - ''Mi auguro che tu muoia presto, ti scanno come un maiale. Vedrai quanto male posso farti''. Minacce, insulti e una guerra mediatica quotidiana attraverso le pagine del giornale L’Opinione quella di cui sarebbe stata vittima il senatore Francesco Battistoni, super testimone in aula nel processo per la presunta Macchina del Fango.

Tra gli imputati di spicco l’ex assessore regionale all’agricoltura Angela Birindelli e il giornalista Paolo Gianlorenzo, colpevoli a vario titolo secondo la procura di tentata estorsione, corruzione, detenzione di armi, appropriazione indebita e abuso d’ufficio.

In particolare, nel caso del senatore Battistoni, all’epoca dei fatti consigliere regionale, avrebbero messo in piedi una serie di attacchi personali e professionali attraverso articoli pubblicati sul giornale diretto da Gianlorenzo.

''Era preso di mira quotidianamente, ci fu addirittura una riunione di redazione in cui il giornalista fece presente ai suoi collaboratori la linea editoriale da seguire: io ero un nemico da massacrare ogni giorno - ha precisato il senatore davanti al collegio e al pubblico ministero Massimiliano Siddi - credo che Gianlorenzo puntasse ad ottenerne da me quello che da altri aveva ottenuto''.

Ovvero fondi regionali per il suo giornale. Soldi attraverso pubblicità e sovvenzioni pubbliche. Tra tutti, una delibera da 20mila euro con la quale l’assessorato all’agricoltura avrebbe puntato a pubblicizzare le proprie attività proprio attraverso le pagine de L’Opinione.

''Io mi opposi in maniera informale - ha sottolineato Battistoni - per me era una questione di opportunità: perché scegliere un piccolo giornale locale invece di testate a tiratura maggiore per investire e pubblicizzare le nostre attività? Perché non destinare quei soldi a giornali più importanti e letti come Repubblica o Il Corriere della Sera? Invece no, sempre e solo L’Opinione''.

Una scelta dettata dall’orientamento politico dell’ex assessore Angela Birindelli. Per la quale il direttore Gianlorenzo, forse proprio in virtù di questa presunta ''amicizia'', avrebbe speso sempre parole positive.

''Lei era sempre elogiata. In ogni articolato pubblicato veniva dipinta in maniera lodevole. Era chiaro che i continui attacchi nei miei confronti avessero delle basi personali: Gianlorenzo voleva che non mi opponessi alla scelte della Birindelli. Presumo che volesse da me un atteggiamento più amichevole''.

Per avere, dunque, tornaconti personali e professionali. Almeno secondo quanto ipotizzato dalla Procura.

''Sapevo che Gianlorenzo e la Birindelli erano buoni amici, io con lui non ho mai avuto rapporti: ci siamo incontrati una sola volta di persona e ho ricevuto solamente minacce: mi augurava di morire di cancro e di essere ammazzato come si ammazza un animale''.

Si tornerà in aula a ottobre.




Facebook Twitter Rss