ANNO 14 n° 89
Foto successiva
''Meno consumi, meno emissioni''
Il Comune presenta le iniziativa per il piano d'azione per l'energia sostenibile
Produciamo 220mila tonnellate di Co2 l'anno, vanno ridotte del 20 per cento

VITERBO –Obiettivo: ridurre del 20 per cento le emissioni di anidride carbonica (Co2), e farlo entro il 2020, che poi è dopodomani, o quasi. Come? Con una serie di azioni mirate, e sensibilizzando e coinvolgendo i cittadini. Questo chiede il Paes – il piano d'azione per l'energia sostenibile – sottoscritto dal Comune di Viterbo con il patto europeo dei sindaci, lo scorso ottobre 2014, con voto unanime del consiglio comunale.

Un percorso che si preannuncia lungo e impegnativo, ma che a Palazzo dei priori sono convinti sia possibile: ''Aderire non era un obbligo, ma una scelta consapevole che abbiamo fatto – dice l'assessore Raffaela Saraconi – Perciò necessita di un impegno comune, ognuno di noi dovrà modificare il suo stile di vita, perché da questo dipende il futuro di questo territorio, la salvaguardia dell'ambiente e il risparmio energetico''.

La buona notizia è che i viterbesi inquinano poco, meno del resto d'Italia: ''Voi, come capoluogo producete circa 220-230mila tonnellate di Co2 l'anno – dice l'ingegner Massimo Brait – La media approssimativa nazionale è di 7 quintali pro capite''. Del resto, qui non ci sono industrie troppoo invasive. E infatti i maggiori fattori di inquinamento e di consumo energetico sono i trasporti, il settore terziario (cioè gli uffici) e quello residenziale. Con un distinguo: il Comune, inteso come amministrazione comunale, inquina e consuma poco, sia per quanto riguarda il parco macchine sia per gli uffici.

''A maggior ragione – dice Saraconi – ridurre i consumi e cambiare le abitudini del sistema comunale può contribuire a migliorare la situazione entro il 2020, ma non può bastare. Serve che tutti siano coinvolti, dai cittadini comuni alle associazioni di categoria''. Intanto, Palazzo dei priori e palazzo del Drago e la scuola Fantappié verranno ottimizzati.

Siamo ancora a livello di indagine, di acquisizione dei dati (dal 2012 in poi): il consumo di ogni settore viene trasformato in emissioni di C02. Quindi si passerà all'informazione, con pieghevoli, manifesti e strategia internet, e ancora all'attuazione delle misure. Infine il monitoraggio, ogni due anni, della situazione. ''L'Unione europea ci chiede azioni specifiche – dice Saraconi -

Unioine europea ci chiude azioni specifiche. L'abbassamento di un grado del riscaldamento, o l'utilizzo di mezzi pubblici può davvero contribuire al cambiamento, a rientrare nei parametri europei, a salvaguardare l'ambiente e, ultimo ma non in ordine di importanza, a farci risparmiare''.




Facebook Twitter Rss