ANNO 14 n° 89
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Medici assenteisti, denunciati dai colleghi
I dottori, due uomini e una donna, smascherati dai carabinieri del Nas

di Irene Minella

VETRALLA – E’ stata la segnalazione da parte di alcuni colleghi a far scattare le indagini che hanno condotto alla sospensione e alla denuncia dei tre medici di guardia in servizio a Vetralla accusati di assenteismo, truffa aggravata in danno dello Stato, rifiuto e omissione di atti d’ufficio. Sarebbero stati i colleghi ad accorgersi che i medici, due uomini e una donna, non stavano affatto svolgendo un adeguato servizio di continuità assistenziale in quella struttura medica a Vetralla.

Ci sono voluti circa 16 mesi di pedinamenti, spie ambientali, telecamere, interrogatori e controlli ai registri per smascherare i dottori e la dottoressa, medici di guardia, da parte dei carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità che ieri hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di applicazione di misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio dell’attività medica al servizio di strutture sanitarie pubbliche, emessa dall’Ufficio del Gip del Tribunale di Viterbo.

L’inchiesta, partita nel mese di giugno dello scorso anno, ha portato alla luce il comportamento fuori legge dei tre medici scoprendo che sistematicamente smontavano con ampio anticipo; altre volte, durante l’orario di servizio, si allontanavano arbitrariamente dalla postazione per svolgere incombenze di natura privata e personale nonché, come acclarato per uno degli indagati, per esercitare la professione medica nel proprio studio privato.

Inoltre è stato documentato che i medici indagati, in molteplici circostanze, durante l’orario di servizio, anziché presidiare la postazione per prestare la dovuta assistenza all’utenza, rimanevano presso il proprio domicilio, lasciando affisso sulla porta della guardia medica un cartello riportante il numero di reperibilità, deviando sulle proprie utenze le richieste telefoniche in arrivo alla postazione. In alcuni casi la postazione è rimasta sguarnita per gran parte del turno, solitamente di 12 ore, anche quando il servizio doveva essere coperto con la presenza contemporanea di due medici.

La condotta dei medici, oltre ad arrecare un disservizio e determinare un potenziale rischio per la salute dei cittadini bisognosi della continuità assistenziale medica, ha causato un danno economico e di immagine per l’Asl di Viterbo, dai cui vertici arriva la piena condanna ai tre collaboratori e l’intenzione di attivare tutte le misure sanzionatorie che la legge prevede in questi casi.

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