ANNO 14 n° 110
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Mammagialla, carenza di personale e niente ferie
La protesta degli agenti della casa circondariale di Viterbo

VITERBO – (aml) Una carenza di personale oramai cronica a cui ora si aggiunge anche la problematica di non poter usufruire del necessario periodo di riposo estivo.

Scatta così la manifestazione di protesta davanti alla casa circondariale di Viterbo da parte degli agenti di polizia penitenziaria. Costretti, a causa della scarsità di dipendenti, a turni esasperati ed esasperanti e a dover far fronte al costante sovraffollamento di detenuti. La popolazione carceraria non dovrebbe superare il limite massimo di 450, Mammagialla invece ospita oltre 600 reclusi.

''L’amministrazione penitenziaria – stigmatizza Manuela Cicogna, segretario regionale Sinappe (Sindacato nazionale autonomo polizia penitenziaria) – non incrementa né il numero dei sottufficiali né quello del personale, facendoci lavorare sotto i livelli minimi di sicurezza. Un agente può arrivare a coprire anche 4/5 posti di servizio, ossia da solo svolge le mansioni di 4/5 persone. Ci sono assistenti capo che si ritrovano a fare le veci di un superiore, di un ispettore, di un sovrintendente assumendosi anche compiti che non competono loro. Una situazione che, purtroppo, incide fortemente sui livelli di sorveglianza generale soprattutto pomeridiana e notturna''.

Ritmi di lavoro sostenuti dunque a cui dovrebbe fare da giusto contraltare la possibilità di godere delle meritate ferie. Invece in settimana con una nota la direzione di Mammagialla ha comunicato che non sarà possibile garantire a tutti il riposo estivo. Non è chiaro quali saranno i criteri che saranno adottati per scegliere i fortunati che potranno usufruire del piano ferie.

Tra l’altro, i dipendenti della casa circondariale viterbese si trovano a dover fronteggiare anche un alto numero di detenuti psichici.

La sindacalista non esclude che, qualora la questione del piano ferie non si sblocchi, quella odierna sia sola la prima di una serie di manifestazioni di protesta. E comunque chiosa: ''Lo stato di agitazione permane fino a quando non ci sarà data la possibilità di lavorare in condizioni almeno un pochino migliori''.

Al sit-in, oltre al Sinappe, hanno partecipato anche i rappresenti di Uspp (Unione sindacati polizia penitenziaria), Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria), Uilpa (Organizzazione sindacale Uil della polizia penitenziaria) e Cgil Funzione pubblica).




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