ANNO 14 n° 89
''Mamma ti prego, non portarmi a scuola, la maestra mi picchia''
In aula i genitori degli alunni dell’asilo di Nepi, a processo l'insegnante

NEPI – ''Mamma perché mi porti all’asilo? Non mandarmi a scuola, ti prego, la maestra mi picchia''. E non lo avrebbe fatto neppure una sola volta. Secondo i racconti dei piccoli alunni della scuola dell’infanzia di Nepi, la maestra Silvia Palma ''avrebbe quotidianamente alzato le mani, preso a spintoni e calci'' i suoi allievi. Colpevoli di essere bambini e come tali vivaci, un po’ ribelli e difficili da gestire.

A parlare in aula, nella prima vera udienza per maltrattamenti a carico della docente, sono i genitori dei piccoli protagonisti della triste vicenda, balzata agli onori di cronaca nel 2016. Come la mamma di G..

‘’Mio figlio era al terzo anno di asilo quando arrivò la Palma a Nepi per il suo primo anno di prova come insegnante, fresca di concorso. All’inizio era tutto tranquillo. G. era sereno e andava a scuola volentieri. Poi è iniziato a cambiare. Alcuni giorni tornava a casa muto come un pesce, altri invece agitato e iperattivo. Urlava parolacce e ripeteva gesti che noi non gli abbiamo mai insegnato. Aveva paura di stare in mezzo alla gente e alla confusione: quando andavamo in luoghi affollati, si nascondeva negli angoli o sotto i tavoli''. Poi, un pomeriggio durante dei giochi con la mamma, la confessione. ''La maestra oggi a scuola mi ha preso a calci''. E da quel momento, ogni giorno un racconto differente: ''La maestra ci tira le orecchie'', ''La maestra conta fino a tre e poi ci da gli schiaffi in testa''. Poi ancora: ''La maestra mi ha detto che i miei disegni fanno schifo. Che non gli facciamo schifo''.

Delle violenze fisiche e psicologiche per cui ora è a processo. Sospesa nel gennaio del 2017, a seguito di un esposto presentato dai genitori delle piccole vittime, Silvia Palma sarebbe stata incastrata dalle telecamere. I cui filmati ora sono oggetto di perizia.

''Dopo esserci confrontate tra di noi – prosegue una della mamme chiamate in aula a testimoniare – siamo andati dal dirigente scolastico, che ci ha invitato a contattare immediatamente i carabinieri di Civita Castellana. Sono loro che hanno installato le telecamere nella scuola. Credetemi: non c’è stato nulla di più difficile del dover mandare a scuola mio figlio, sapendo quello che succedeva lì dentro''.

Si tornerà in aula il 12 marzo del prossimo anno, per un’udienza straordinaria.

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