ANNO 14 n° 116
Mafie, confiscate 512 aziende nel Lazio
Zingaretti presenta il rapporto 2017-2018 sulla malavita organizzata

VITERBO - Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha presentato oggi, presso gli spazi di WeGil il III rapporto sulle ''Mafie nel Lazio''. Al tavolo dei relatori anche il prefetto di Roma Paola Basilone, il presidente dell''Associazione Libera, don Ciotti, il questore di Roma Guido Marino, il Comandante Provinciale Carabinieri di Roma, generale Antonio De Vita, il comandante G.I.C.O. della G.d.F. colonnello Gerardo Mastrodomenico, il Capo Centro Operativo Dia di Roma, colonnello Francesco Gosciu, il presidente Osservatorio Sicurezza e Legalità della Regione Lazio, Gianpiero Cioffredi).

La pubblicazione è il resoconto, rigoroso e documentato, delle principali inchieste giudiziarie sulle organizzazioni criminali nel Lazio, dei documenti istituzionali e degli interventi pubblici sul fenomeno mafioso nel periodo da luglio 2016 a dicembre 2017. La sua lettura offre un quadro d''insieme per un''analisi sulla penetrazione delle mafie nella nostra regione in particolare nella città di Roma.

Si tratta di un''analisi alimentata dal confronto dell''Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio con le Forze di Polizia e la Magistratura.

el 2017, 29 indagati per associazione di stampo mafioso, 1010 
per associazione finalizzata a traffico stupefacenti, 40 per usura
(AdnKronos) - La III edizione, in collaborazione con LazioCrea, dà 
conto dei fatti giudiziari e degli atti istituzionali degli ultimi 
diciotto mesi presi in esame dall''Osservatorio e, al contempo, 
restituisce la sintesi di questi primi tre anni di monitoraggio del 
fenomeno mafioso nella regione. Al suo interno, attraverso una 
mappatura del fenomeno a livello provinciale, ci sono le principali 
inchieste, i processi e le audizioni istituzionali che consentono di 
ricostruire, attraverso documenti pubblici, l''evolversi del fenomeno 
mafioso e il progressivo avanzamento della straordinaria attività di 
contrasto coordinata in questi anni dal Procuratore della Repubblica 
di Roma Giuseppe Pignatone e dal Procuratore Aggiunto Michele 
Prestipino
Nel 2017, secondo i dati forniti dalla Direzione distrettuale 
antimafia, sono 6 i procedimenti con 29 indagati per associazione di 
stampo mafioso, 58 i procedimenti con 412 indagati per reati con 
l''aggravante del metodo mafioso,102 procedimenti con 1010 indagati per
associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, 21 procedimenti 
con 164 indagati per traffico di rifiuti e 9 procedimenti con 40 
indagati per usura. Secondo i dati del Servizio Centrale per i Servizi
Antidroga della Polizia di Stato nel Lazio sempre nel 2017 son ben 
7883 Kg di droga sequestrati nel Lazio. (segue)

Nel 2017, 29 indagati per associazione di stampo mafioso, 1010 per associazione finalizzata a traffico stupefacenti, 40 per usura. La III edizione, in collaborazione con LazioCrea, dà conto dei fatti giudiziari e degli atti istituzionali degli ultimi diciotto mesi presi in esame dall''Osservatorio e, al contempo, restituisce la sintesi di questi primi tre anni di monitoraggio del fenomeno mafioso nella regione.

Al suo interno, attraverso una mappatura del fenomeno a livello provinciale, ci sono le principali inchieste, i processi e le audizioni istituzionali che consentono di ricostruire, attraverso documenti pubblici, l''evolversi del fenomeno mafioso e il progressivo avanzamento della straordinaria attività di contrasto coordinata in questi anni dal Procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone e dal Procuratore Aggiunto Michele Prestipino.

Nel 2017, secondo i dati forniti dalla Direzione distrettuale antimafia, sono 6 i procedimenti con 29 indagati per associazione di stampo mafioso, 58 i procedimenti con 412 indagati per reati con l''aggravante del metodo mafioso,102 procedimenti con 1010 indagati perassociazione finalizzata al traffico di stupefacenti, 21 procedimenti con 164 indagati per traffico di rifiuti e 9 procedimenti con 40 indagati per usura.

Secondo i dati del Servizio Centrale per i ServiziAntidroga della Polizia di Stato nel Lazio sempre nel 2017 son ben 7883 Kg di droga sequestrati nel Lazio. Nella Regione 512 le aziende confiscate, 1732 i beni confiscati.

Altro dato interessante emerso nel Rapporto in esame è il numero delle Operazioni Finanziarie Sospette segnalate alla UIF della Banca d''Italia nel 2017 che arrivano a 9769 mentre il numero dei bonifici bancari in entrata dai Paesi cosiddetti Paradisi Fiscali sono 5706 e quelli in uscita 4372. Nel Lazio infine sono 512 le aziende  confiscate e 1.732 i beni confiscati.

II monitoraggio quantitativo dei clan nella regione e in provincia di Roma è stato elaborato a partire dalle fonti giudiziarie e istituzionali.

In questa III edizione è stata presentato, in modo dettagliato, la presenza criminale dei boss nella regione, cercando di identificare i numeri e i tempi d''ingresso e permanenza dei clan nella regione. Alla luce di questo approfondimento, il numero complessivo dei gruppi criminali storicamente presenti nella regione dagli anni ''70 ad oggi è complessivamente pari a 154. Di questi, 62 clan sono stati tracciati da indagini e processi per molti anni ma, dalla documentazione consultata, non sono più citati in indagini giudiziarie o rapporti istituzionali da almeno 4 anni.

Il fatto che queste consorterie criminali non siano state interessate negli ultimi 4 anni da attività repressiva non significa automaticamente che non siano più operativi, in alcuni casi, in base ad elementi scaturiti da indagini e sentenze, gruppi criminali pesantemente colpiti dalla repressione giudiziaria, hanno continuato ad operare appoggiandosi a personaggi della criminalità di secondo piano.

93 le ''famiglie'' che usano metodi mafiosi, circa 50 operano nel territorio della capitale

I clan che, invece, sono stati evidenziati nel Rapporto come ''attivi'', al dicembre 2017, dunque, citati in indagini o atti istituzionali negli ultimi 4 anni, corrispondono a 93, fra gruppi, clan, famiglie, tradizionali, autoctone e narcotrafficanti che usano il metodo mafioso. Dei 93 clan attivi nel Lazio, circa 50 clan, operano, nel solo territorio della capitale.

Questa III edizione del Rapporto sulle ''Mafie nel Lazio'', infine, dedica gran parte della sua analisi alle indagini che hanno interessato proprio la capitale e il territorio provinciale, provando ad identificare i contorni di questo ''sistema multilivello'', attraverso la descrizione dei clan che qui operano e tentando di rappresentare, anche graficamente, le modalità di interazione di questi fenomeni criminali, non solo mafiosi.

A Roma sono presenti clan di mafia tradizionale, come Cosa nostra, ''ndrangheta e camorra, gruppi di derivazione mafiosa che son diventati''autonomi'' sul territorio romano, clan autoctoni ovvero generati dal tessuto socio-economico romano che nel tempo hanno ''mutuato'' per effetto contagio ''il metodo mafioso'' che oggi esercitano sul territorio, come già confermato in alcune sentenze. Il sistema criminale complesso romano vede anche l''azione di gruppi flessibili e autonomi che entrano in azione con i gruppi già menzionati e con i narcotrafficanti che a Roma commerciano droga e controllano alcuni quartieri, sempre attraverso l''uso del metodo mafioso, non ultimi sono presenti i boss delle mafie straniere.

La ''ndrangheta può essere considerata l''organizzazione leader nel settore del narcotraffico romano e non solo. Ed è proprio la gestione delle piazze di spaccio a Roma a destare maggiori preoccupazioni, come si legge nel Rapporto, perché rappresentano il luogo in cui maggiore è il contagio delle mafie tradizionali con i gruppi della criminalità romana che fatalmente evolvono nell''assunzione del metodo mafioso.

A Roma funzionano contemporaneamente un centinaio di piazze di spaccio, operative h24 e caratterizzate dall''uso di sentinelle, ostacoli mobili e fissi, come le inferriate, l''utilizzo di telecamere e l''esistenza di edifici che, da un punto di vista urbanistico, garantiscono un controllo delle aree di spaccio.

I gruppi organizzati, in gran parte romani, gestiscono le piazze di spaccio con una rigidissima suddivisione del territorio, spesso nella stessa strada, e hanno rapporti e relazioni con soggetti componenti appartenenti ai casalesi, gruppi di camorra e soprattutto calabresi, che sono i grandi fornitori delle piazze di stupefacenti.

E'' comunque la ''ndrangheta che può essere considerata l''organizzazione leader nel settore del narcotraffico romano e non solo. Queste organizzazioni oltre alla gestione del traffico degli stupefacenti i occupano di fatti criminali, come usura ed estorsione. A Tor Bella Monaca, maggiore concentrazione spaccio droga, 11 clan si spartiscono territorio. Queste organizzazioni originariamente non sono mafiose, spiega il Rapporto, non hanno una derivazione, una matrice mafiosa, non sono organizzate in termini mafiosi. Di mafioso non avevano nulla eppure stanno cominciando ad acquisire tutti i connotati, gli ingredienti tipici dell''esercizio del metodo mafioso.

I quartieri più interessati allo spaccio sono Romanina, Borghesiana, Pigneto, Montespaccato, Ostia, Primavalle, San Basilio. Ma è senza dubbio Tor Bella Monaca a registrare la zona di maggiore concentrazione di piazze di spaccio dove a spartirsi il territorio sono 11 clan, alcuni dei quali evidenziano con inquietante nettezza l''evoluzione verso il metodo mafioso.

Nei quartieri di Ostia, Tor Bella Monaca, Romanina e San Basilio, l''Osservatorio, sempre a partire dalle carte giudiziarie consultate, evidenzia la presenza del cosiddetto ''controllo del territorio'' da parte delle ''mafie di Roma''. Sono proprio queste porzioni di territorio romano che configurano una vera e propria emergenza che richiede interventi non solo repressivi ma sociali, educativi e culturali.

Nelle quasi 300 pagine che compongono il Rapporto quest''anno ci sono anche notizie e informazioni sulle azioni della Regione Lazio messe in campo in questi anni contro le mafie e la corruzione nel Lazio. Sempresecondo quanto denunciato dal Rapporto nella capitale e nel territorio provinciale i diversi gruppi operano immersi in un contesto criminale ampio, fatto di killer di professione, pusher, mala romana e pezzi di ex appartenenti alla Banda della Magliana.




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