ANNO 14 n° 88
Mafia, il sodalizio di Trovato e Rebeshi punta alla scarcerazione
Al via le udienze del Riesame, le prime fissate per venerdì prossimo

VITERBO – (b.b.) Mafia a Viterbo, al via le udienze di Riesame. Dopo aver depositato le richieste di scarcerazione per tutti e tredici gli arrestati dell’Operazione Erostrato, per i loro avvocati è tempo di una trasferta romana, al tribunale della Libertà.

Sono state fissate, infatti, per venerdì 8 febbraio le prime udienze al tribunale di piazzale Clodio per valutare un possibile alleggerimento o addirittura una totale revoca delle custodie cautelari che, ad oggi, dopo circa due settimane dall’arresto, gravano sulle tredici persone finite in manette lo scorso 25 gennaio perché accusate di far parte di un’associazione mafiosa attiva nel viterbese, smantellata dalla Dda di Roma e dal comando provinciale dei Carabinieri.

Minacce, violenze, estorsioni e intimidazioni, gli strumenti utilizzati dalla banda per raggiungere il controllo delle principali attività commerciali della provincia, dei locali notturni e, in generale, di tutto il territorio.

A capo dell’associazione che la Procura non ha esitato a delineare ''di stampo mafioso'' date le modalità di azione e la volontà di ''creare nelle vittime stati di ansia e agitazione'', Giuseppe Trovato e Ismail Rebeshi. Calabrese uno, albanese l’altro, sarebbero stati loro a impartire gli ordini ai sodali: auto da incendiare, persone da aggredire e spaventare ''per farle tornare al proprio posto'', come si legge in alcuni passaggi delle oltre 720 pagine di ordinanza di custodia cautelare.

Agli arresti insieme a Giuseppe Trovato e Ismail Rebeshi, Spartak Patozi detto ''Ricmond'', Sokol Dervishi detto ''Codino'', Gazmir Gurguri detto ''Gas'' e Shkelzen Patozi detto ''Zen'', tutti operai. Tra i viterbesi, invece, Gabriele Laezza, Martina Guadagno, Luigi Forieri, Manuel Pecci, Emanuele Erasmi, e poi Ionel Pavel e Fouzia ''Sofia'' Oufir.



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